Nessuna inchiesta interna è stata avviata per il momento al policlinico Santa Maria alle Scotte sul caso della bambina di origini dominicane morta a soli 17 mesi. Per le conseguenze, questa l’ipotesi principe, dell’ingestione accidentale di una minuscola pila a bottone. La sostanza rilasciata all’interno dell’organismo della piccola, figlia di una coppia di Asciano, avrebbe determinato un problema all’aorta da cui non è stato possibile salvarla, nonostante il trasferimento all’ospedale di Cuore di Massa. E’ stata la procura apuana ad aprire un fascicolo per omicidio colposo sulla tragedia ma non è da escludere che il caso passi a quella senese. All’inchiesta giudiziaria, dunque, sono stati affiancati soltanto approfondimenti da parte del policlinico sull’accaduto e, in base all’esito, sarà valutato cosa è opportuno fare. Mentre non è da escludere che il rischio clinico della Regione si occupi della vicenda.
Stamani alle 9,30 inizierà l’autopsia voluta dalla procura apuana e attesa anche dalla famiglia della piccola Camilla che chiede chiarezza sul perché è morta. Vogliono sapere se poteva essere salvata, qualora al primo accesso al pronto soccorso fosse stata individuata subito la pila ingoiata. Fermo restando che la bambina non parlava e non poteva spiegare cosa poteva esserle accaduto. L’attenzione dei suoi cari si concentra sul primo accesso al policlinico, il 5 novembre scorso, a seguito del quale venne dimessa. Per poi tornare a casa ed essere riportata alle Scotte dopo poche ore perché stava molto male.
Intanto la comunità latino-americana continua a stare vicina alla famiglia che sta raccogliendo fondi per il padre di Camilla, Roneld Moreta Marcelo, per fronteggiare il lungo percorso giudiziario che attende i genitori.
La.Valde.