Dieci giorni di mobilitazione contro il rischio di assistere alla chiusura dello stabilimento Beko di Siena. Fino al 20 novembre, data del nuovo incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy, i 299 lavoratori del sito di viale Toselli non intendono mollare la presa. Ieri ci sono state altre due ore di sciopero e un’assemblea, nella quale si sono calendarizzate le prime iniziative da mettere in atto. Oggi sono previste infatti altre due ore di stop lavorativo: una di assemblea retribuita e una di volantinaggio. Gli operai si posizioneranno alle rotatorie di viale Toselli per distribuire volantini agli automobilisti in transito e chiedere il sostegno di tutta la comunità senese alla vertenza.
"Oggi è l’ultimo giorno di lavoro – spiega la segretaria di Fiom Cgil Daniela Miniero – perché poi ricomincia la cassa integrazione. In questi giorni incontreremo i sindaci dei comuni limitrofi, dove risiedono molti dei lavoratori, per chiedere il loro sostegno". Da Asciano a Castelnuovo, passando per Sovicille, Monteroni d’Arbia e Rapolano Terme, l’obiettivo è allargare la rete istituzionale. "Oggi l’assemblea ha registrato grande partecipazione – ha commentato Massimo Martini, segretario Uilm –. Abbiamo anche bloccato l’ingresso in azienda di qualche camion. Oltre agli incontri con i sindaci del territorio, pensiamo anche a un colloquio con la presidente della Provincia, Agnese Carletti. Inoltre il 20 novembre, giorno del tavolo al ministero, non escludiamo azioni forti immediate".
Anche Giuseppe Cesarano, leader di Fim Cisl, è soddisfatto: "Abbiamo percepito la compattezza dei lavoratori – le sue parole –. E’ quello che ci vuole per affrontare la vertenza e farci trovare pronti a tutte le soluzioni. Speriamo che comunque il 20 si determini un piano di rilancio per il sito di viale Toselli, che non può permettersi di chiudere e che deve andare avanti, mettendo in conto tutte le variabili. Anche che Beko porti a Siena produzioni diverse dai congelatori. Questo è quello che chiederemo al ministero, oltre a un ammortizzatore sociale di lunga visione".
Gianni Bassani, Cobas Lavoro Privato, non ha dubbi: "La prospettiva è quella di una vertenza lunga, da affrontare con testa e muscoli, quasi diventasse un altro lavoro. Chiedo infatti agli operai disciplina, mettendosi a disposizione e partecipando a tutte le iniziative di mobilitazione che verranno messe in campo nei prossimi giorni".
Ora si attendono dall’azienda comunicazioni sui prossimi giorni di cassa integrazione per il mese di dicembre: a novembre gli operai sono entrati in produzione solo per una settimana, minino storico mai registrato nella storia dello stabilimento. Ora gli occhi sono puntati al tavolo ministeriale, da cui si attende chiarezza sul futuro dei poli produttivi italiani e, in particolare, su quello di Siena. Una cosa è certa: sindacati e lavoratori non intendono restare a guardare di fronte al rischio di chiusura della fabbrica.