CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko Europe, i sindacati nazionali: "Risposte o sarà mobilitazione"

Tibaldi (Fiom Cgil), Novis (Fim Cisl) e Ficco (Uilm) all’assemblea dei lavoratori: "A settembre di nuovo a Roma"

Beko Europe, i sindacati nazionali: "Risposte o sarà mobilitazione"

Beko Europe, i sindacati nazionali: "Risposte o sarà mobilitazione"

Beko Europe: assemblea dei lavoratori in viale Toselli con i tre rappresentanti nazionali di categoria per fare il punto della situazione dopo l’incontro del 25 giugno al ministero delle Imprese e del made in Italy con i vertici aziendali. I ’nodi’ da sciogliere sono riuscire ad anticipare le mosse della nuova proprietà turca, prima che vengano ’cristallizzate’ con la presentazione del piano industriale, e coinvolgere in maniera strutturale Governo, Regione e Comune affinché vengano garantiti produzione e livelli occupazionali. In gioco a Siena c’è infatti il futuro di 299 dipendenti.

Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, ha parlato chiaro: "Abbiamo chiesto un incontro a Beko prima dell’ufficializzazione del piano industriale, coinvolgendo il Governo a salvaguardia degli interessi italiani contro quelli turchi. L’azienda deve infatti sapere che, se intende mantenere la fabbrica di Siena, troverà di fronte a sè sindacati pronti al dialogo e alla collaborazione. Se invece deciderà di chiudere e licenziare, avrà di fronte un avversario determinato. Ma noi confidiamo nel dialogo e nella collaborazione anche con il Governo e le altre istituzioni coinvolte". E ancora: "Purtroppo gli stabilimenti italiani di Beko Europe sono saturi solo circa al 50% – ha aggiunto Ficco –. La situazione riguarda tutte le fabbriche, ma Siena ha un dato un po’ peggiore delle altre: questo è un problema per il presente e per il futuro. Abbiamo chiesto di rivedere Beko a settembre per proporre azioni di rilancio delle fabbriche italiane".

Tranchant Barbara Tibaldi, segretaria di Fiom Cgil: "Whirlpool ha venduto, dopo anni senza investimenti. Qui dentro si lavora solo al 40%, quindi o i turchi portano soldi e nuovi prodotti o questo stabilimento soffre. Dobbiamo giocare la partita con Regione e Comune, perché il Governo ha nuovamente consentito la vendita tra multinazionali e non può tirarsi fuori. Il ministero si è impegnato a convocare le parti a settembre – la conclusione di Tibaldi –: serve farlo prima della presentazione del piano industriale. Se non avremo risposte, organizzeremo la mobilitazione".

Massimiliano Nobis, leader della Fim Cisl, si è concentrato invece sul Golden power: "Il provvedimento, messo in campo dal Governo nel 2023 su richiesta dei sindacati, dovrebe garantire occupazione e siti produttivi. Aspettiamo il piano industriale di Beko per capire come si intenda utilizzare questo strumento. Con investimenti e attenzione alla filiera di approvvigionamento dei materiali, il settore dell’elettrodomestico può ripartire". E infine: "L’obiettivo è mantenere i 299 lavoratori del sito di Siena, con questo scopo ci siederemo ai tavoli nazionali".

Per i sindacati territoriali, Giuseppe Cesarano (Fim Cisl Siena) ha sottolineato "l’importanza della presenza a Siena dei tre segretari nazionali in una vertenza di livello nazionale, che avrà il clou a settembre". Daniela Miniero (Fiom Cgil Siena) ha ribadito: "Per ora ci troviamo di fronte a una trattativa a senso unico. La partita è di interesse collettivo, non riguarda solo Siena. I lavoratori dello stabilimento di viale Toselli sono stanchi, a fronte di un salario decurtato da oltre un anno, e vivono in un clima di incertezza per il futuro. Ma – ha aggiunto – sono anche motivati e pronti a difendere il loro posto di lavoro".

Infine Massimo Martini (Uilm Siena) ha rimarcato: "I segretari nazionali sono venuti solo a Siena. Questo dimostra l’importanza della vertenza, ma è anche un campanello d’allarme che preoccupa. Consolideremo il rapporto con il Comune e la Regione, cercando di dare continuità a quello con l’azienda".