Confronto acceso al tavolo ministeriale sul futuro dei siti produttivi di Beko Europe in Italia e il mantenimento dei livelli occupazionali. A fronte della conferma del piano industriale da parte della multinazionale turca, il ministro Adolfo Urso ha parlato chiaro: "Beko Europe deve presentarci un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni del Golden power, sia in riferimento alla sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania". E ancora: "Se non ci saranno novità sostanziali dall’azienda rispetto a quanto illustrato nella precedente riunione, il nostro giudizio resterà lo stesso: il piano è inaccettabile dal punto di vista industriale e non corrisponde alle prescrizioni del Golden power".
In riferimento a questo strumento: "Le prescrizioni apposte con avvedutezza e consapevolezza all’inizio della operazione hanno impedito che si verificasse quanto accaduto nel resto d’Europa con la chiusura degli altri stabilimenti Whirlpool in Polonia e Gran Bretagna – ha rimarcato Urso –. Solo al termine del confronto esamineremo, anche sulla base delle valutazioni di Regioni e sindacati, se sarà necessario attivare i poteri sanzionatori previsti in caso di inadempienza dal Golden power".
Categorico il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, affiancato dal consigliere Valerio Fabiani: "Il Piano è irricevibile e lo contrasteremo con tutte le nostre forze. Beko è il più importante presidio manifatturiero rimasto a Siena. Come Regione Toscana ci siamo stati e rimaniamo a disposizione per ogni soluzione possibile". In difesa di Siena è intervenuta anche la presidente della Provincia, Agnese Carletti. Concorde il vicesindaco di Siena, Michele Capitani: "Senza alcuna modifica, il piano industriale di Beko rimane inaccettabile e ha fatto bene il Governo, attraverso il ministro Urso, a ribadire tale concetto. È necessario insistere con tutte le azioni possibili affinché siano tutelati lavoratori e famiglie. Ho sottolineato la necessità di proseguire in una serrata trattativa con i vertici dell’azienda che coinvolga tutti gli attori e tenga insieme le istanze degli stabilimenti a rischio chiusura".
Polemica Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena: "Noi sindacati abbiamo rigettato il piano industriale con l’impegno a rivederci a metà gennaio, quando forse qualcosa verrà ritoccato. Cercheremo di capire il percorso più compatibile con la sostenibilità economica dei siti Beko in Italia". E sull’annuncio di un soggetto industriale italiano interessato a rilevare uno dei siti Beko: "Sono scettica, un’azienda seria che sia interessata, si presenterebbe con un’identità precisa".
Per Giuseppe Cesarano, leader Fim Cisl di Siena, "il sito di viale Toselli è quello messo peggio in termini di numeri rispetto agli altri. Faremo un incontro con Regione, Provincia e Comune per farci trovare pronti con idee e proposte in vista del prossimo tavolo a Roma".
Infine Massimo Martini, segretario Uilm di Siena: "Beko ha blindato il piano di dismissione, senza alcuna novità. Il ministro ha preso posizione con il Golden power, ma non abbiamo capito quali sono gli effetti di questo strumento. Se infatti l’azienda ha ripresentato il piano industriale di novembre, significa che il Golden power non funziona". E poi: "Siena è una realtà in dismissione, su cui noi però crediamo molto – ha affermato il sindacalista – quindi, usciti dalle stanze del ministero, non fermeremo la nostra lotta e la nostra protesta". Netta bocciatura al piano industriale di Beko anche dai sindacati nazionali di categoria, mentre il ministro Urso parla di "secondo tempo supplementare", dando appuntamento a tutti a metà gennaio.