Siena, 8 agosto 2024 – I numeri del calendario offrono un quadro impietoso della situazione nello stabilimento di Beko Europe a Siena. Gli operai hanno lavorato infatti solo nelle giornate dell’1 e 2 agosto, dal 5 al 9 come anche dal 26 al 30 agosto sarà cassa integrazione, mentre dal 12 al 19 la fabbrica chiude per ferie. La produzione riprenderà con gli addetti richiamati in viale Toselli dal 20 al 23 agosto. In totale quindi solo sei giorni di lavoro nell’intero mese. Per questo la segretaria della Fiom Cgil Daniela Miniero non nasconde la sua preoccupazione: "Avevamo chiesto fortemente come parti sociali il tavolo al ministero per conoscere la linea di Beko Europe e poter dire la nostra sul piano industriale, affinché fosse funzionale alla tutela del sito produttivo e dei livelli occupazionali. Invece dovremo attendere settembre, senza ancora conoscere la data del nuovo incontro a Roma. Ma in autunno – evidenzia – non avremo margini per correggere il tiro, tanto più che l’azienda ha assunto un atteggiamento unilaterale e decisionista, che ha reso il tavolo solo formale e non sistanziale".
Miniero è un fiume in piena: "Nel previsionale di Beko Europe il sito di Siena esce con un dato negativo della produzione futura, servono dunque correttivi e investimenti. Invece non si vede alcuna volontà di rilancio né si registrano cambiamenti nello stabilimento. Non è più tempo dunque di avere un atteggiamento attendista. I processi vanno, se non anticipati, almeno governati".
«In via informale è stato ipotizzato che il nuovo incontro al ministero potrebbe esserci dopo il 20 settembre – afferma il leader della Fim Cisl Giuseppe Cesarano –. Stavolta l’azienda deve dire come gestire questa fase di crisi del mercato. Ora c’è la cassa integrazione ordinaria, ma qui servono strumenti straordinari. Se la situazione resta quella attuale – continua Cesarano – si dovrà parlare di riorganizzazione della produzione, perché i congelatori da soli non bastano più, e conoscere qual è la visione per il rilancio delle attività produttive. Se non arriveranno risposte, alzeremo il livello della protesta".
Massimo Martini, segretario della Uilm, non ha dubbi: "Questo è in assoluto il peggiore anno nella storia dell’ex Whirlpool. A settembre deve mettersi in moto qualcosa, altrimenti per lo stabilimento di Siena ci sarà una fine lenta e inesorabile". E ancora: "Serve una prospettiva e operatività strutturale – tuona –. La programmazione si fa ora, in caso contrario il 2025 sarà peggiore del 2024".
E sulla convocazione del tavolo al ministero: "Se dovesse ritardare – è l’annuncio del segretario della Uilm – metteremo in campo forme di mobilitazione per stimolare il Governo". Martini non nasconde poi la sua delusione: "Di recente si è svolto al ministero un tavolo sull’Automotive e la siderurgia. In quell’occasione si sarebbe dovuto parlare anche del settore dell’Elettrodomestico – stigmatizza – invece questa parte è stata rinviata. In altre parole, ci troviamo messi al margine. E questo certo non aiuta". Insomma, in viale Toselli l’estate 2024 sta diventando sempre più incandescente.