Beko, Fiom Cgil si smarca: "Ora fatti e risposte vere. A noi non bastano i semi"

Il sindacato prende la distanze dalla linea adottata da Fim Cisl e Uilm: "Preoccupa l’assenza di un piano industriale e il silenzio sul Golden power".

Beko, Fiom Cgil si smarca: "Ora fatti e risposte vere. A noi non bastano i semi"

Beko, Fiom Cgil si smarca: "Ora fatti e risposte vere. A noi non bastano i semi"

Aria tesa tra le sigle sindacali che rappresentanto i lavori senesi dell’ex Whirlpool, oggi Beko Europe. Mentre si attende la riunione del Coordinamento nazionale, prevista a metà maggio, e soprattutto a inizio giugno l’incontro al ministero tra sindacati e vertici di Beko Europe per fare il punto della situazione in attesa del piano industriale, si registrano visioni differenti sul futuro del sito di viale Toselli: da una parte Giuseppe Cesarano, Fim Cisl e Massimo Martini della Uilm; dall’altra la segretaria provinciale della Fiom Cgil Daniela Miniero con Stefano Borgogni, componente della Rsu dello stabilimento senese.

Questi ultimi in una nota evidenziano: "Dal comunicato stampa unitario delle Segreterie nazionali Fiom, Fim, Uilm diffuso dopo l’incontro a Roma con il ministro Urso è emerso l’impegno del Governo ad attenzionare la situazione di Beko e a convocare un incontro con le Segreterie nazionali e territoriali con la newco – si evidenzia –, ma è altresì apparso chiaro come durante l’incontro tra lo stesso ministro Urso e il Ceo di Beko non sia stato presentato nessun piano industriale. A oggi l’unico strumento di tutela dei siti produttivi e del livello occupazionale resta il Golden Power, il cui contenuto, però, resta ancora a noi sconosciuto".

La Fiom non ha dubbi: "Se fare un’analisi dei fatti e di eventuali scenari possibili ora, dopo l’ingresso di Beko Europe, significa essere allarmisti, quando a settembre il segretario Fim Cisl di Siena Cesarano annunciò alla stampa la chiusura del sito di Siena entro due mesi, cosa era?". E ancora: "Se Fim e Uilm invitano la Fiom a tenere un profilo più basso, la Fiom li chiama ad alzare il livello della discussione e a non ricorrere a futili e inutili strumentalizzazioni di basso livello, che non servono a nessuno e certamente non ai lavoratori, che meritano rispetto e una difesa concreta, serrata e costante".

Ma non finisce qui: "Se agli altri sindacati basta la bustina di semi che la nuova azienda ha consegnato ai dipendenti di viale Toselli, a noi della Fiom Cgil – è la conclusione – servono fatti e risposte vere. Oggi di concreto c’è solo la cassa integrazione che i 299 addetti di Beko stanno continuando a fare e la mancanza di un piano industriale, insieme a un continuo prendere tempo da parte del Gruppo".

C.B.