
Oggi nel question time Michelotti solleciterà il ministro a trovare ammortizzatori ’conservativi’ per viale Toselli
Vertenza Beko: riunione-fiume del tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy dove, da un incontro ’in ristretta’ all’altro, si è finalmente arrivati alla stesura di un’ipotesi di accordo da sottoporre al giudizio dei lavoratori prima della firma definitiva prevista lunedì 14 aprile proprio a Palazzo Piacentini.
A rappresentare le istanze dei 299 lavoratori dello stabilimento di Siena, Massimo Martini (Uilm), Daniela Miniero (Fiom Cgil), Giuseppe Cesarano (Fim Cisl) con Stefano Borgogni, Carlo Bianco e Maurizio Matera della Rsu. La delegazione ha fatto sentire ancora una volta forte e chiara la voce dello stabilimento Beko di viale Toselli, l’unico in Italia destinato a cessare la produzione entro il 31 dicembre. Nessun tentennamento nelle richieste al sottosegretario Fausta Bergamotto e ai manager della multinazionale turca: garanzie sull’acquisizione del sito da parte di Invitalia e sulla ricerca di un nuovo investitore per la reindustrializzazione; incentivi "consoni" alle uscite volontarie (85mila euro la prima tranche); integrazione alla cassa a zero ore prevista per i prossimi due anni.
Il primo risultato portato a casa è stato l’annuncio (dato dal parlamentare di FdI, Francesco Michelotti, ai sindacati in un incontro a Montecitorio prima del tavolo ministeriale) del question time alla Camera di oggi, in cui su interrogazione dello stesso parlamentare senese, il ministro Adolfo Urso si impegnerà a trovare per i 299 lavoratori senesi ammortizzatori sociali di durata biennale non per cessazione del sito, ma "continuativi" come elemento di garanzia.
Martini non ha usato mezzi termini: "Abbiamo sottolineato gli aspetti legati alla reindustrializzazione: vogliamo che nel testo finale siano riportate in modo chiaro e sostanziale le opportunità e le garanzie per i lavoratori. In particolare, abbiamo chiesto l’integrazione salariale per i due anni di ammortizzatori sociali e abbiamo appreso che su questo tema c’è un interessamento diretto da parte del Governo. Attendiamo quindi – le sue parole – il question time in Parlamento, durante il quale interverranno il ministro Urso e l’onorevole Michelotti. Quest’ultimo presenterà un’interrogazione per sollecitare il ministro a trovare una soluzione adeguata per la misura che accompagnerà i lavoratori di Siena nel percorso dal 2026-2027 fino alla reindustrializzazione".
Concorde Miniero: "L’obiettivo è assicurare a tutti i lavoratori la possibilità di mantenere il proprio posto. Nel question time il Governo si impegnerà ufficialmente a trovare una forma di ammortizzatori sociali che garantisca un paracadute economico per i 299 lavoratori nei due anni di transizione, ovvero nel 2026 e nel 2027. Si tratterà non di strumenti per cessazione, ma di ammortizzatori a carattere conservativo. Resta fondamentale il tema della garanzia sull’acquisizione dello stabilimento, della reindustrializzazione e della continuità del rapporto di lavoro – ha concluso in tarda serata –. L’azienda ha recepito le nostre richieste e siamo in attesa di verificare il testo".
Positivo Cesarano: "Siamo alle battute finali. I punti cruciali dell’accordo riguardano principalmente Siena: chiediamo una data certa per l’acquisizione dello stabilimento e l’impegno a individuare un nuovo soggetto industriale. Ai lavoratori dovrà essere garantita una cassa integrazione di tipo conservativo. Quando il nuovo soggetto industriale entrerà in campo, il passaggio dei lavoratori dovrà avvenire senza soluzione di continuità. Abbiamo chiesto inoltre chiarezza sugli incentivi: per la prima tranche si parla di circa 85mila euro. È stata richiesta anche un’integrazione della cassa. Crediamo ci siano le condizioni per una conclusione positiva".
La riunione a Roma si è protratta fino a notte fonda.