Beko, l’allarme di Fossi: servono risposte

Il deputato Emiliano Fossi chiede chiarezza sul futuro degli stabilimenti Beko in Italia, in particolare a Siena, dove la situazione è incerta da anni. Sindacati preoccupati per mancanza di investimenti e possibili chiusure.

Beko, l’allarme di Fossi: servono risposte

Beko, l’allarme di Fossi: servono risposte

"Dopo quattro mesi dal via libera definitivo delle Antitrust competenti, non sappiamo ancora quale sarà il piano industriale di Beko che ha nel nostro paese oltre 5000 lavoratori. Con questa totale incertezza stupisce ancora una volta l’atteggiamento del ministro Urso che convoca tavoli istituzionali che si risolvono con un nulla di fatto e sottolinea soltanto come il Governo potrebbe attivare la golden power, senza però dare la certezza di cosa comporti concretamente tale misura per il futuro degli stabilimenti italiani, e in particolare per quello di Siena": è quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana, depositando una nuova interrogazione su tale tematica.

"I sindacati chiedono infatti da tempo rassicurazioni circa le prospettive future del sito di Siena, anche perché il gruppo Arçelik non investe in maniera significativa sul polo produttivo di Siena da ormai 10 anni, mentre possiede stabilimenti in Polonia e Romania dove vengono prodotti altri frigoriferi. A Siena sono infatti oltre quindici anni che sono stati attivati gli ammortizzatori sociali e ad oggi sono 9 i giorni lavorativi di stop al mese. Dall’incontro al Ministero delle imprese svolto il 25 giugno scorso non è emerso niente di nuovo: Beko ha sottolineando solo il calo degli ordinativi per quanto riguarda la fabbrica toscana. Lo scenario rimane quindi incerto e le recenti notizie sulla potenziale chiusura del sito produttivo di Yate, vicino a Bristol, con 150 dipendenti non sono sicuramente rassicuranti. Vogliamo che il Governo Meloni si attivi concretamente per avere certezze sul futuro".