CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko, l’urlo degli operai: "Questa fabbrica è la vita". Presidio contro la chiusura

Ieri lo sciopero, inizialmente di 4 ore, è stato esteso a tutta la giornata. I sindacati: "Iniziative ogni giorno fino alla nuova riunione del tavolo a Roma".

Beko, l’urlo degli operai: "Questa fabbrica è la vita". Presidio contro la chiusura

Ieri lo sciopero, inizialmente di 4 ore, è stato esteso a tutta la giornata. I sindacati: "Iniziative ogni giorno fino alla nuova riunione del tavolo a Roma".

"No alla chiusura dello stabilimento Beko di Siena, che per noi è la vita". E’ un messaggio forte e chiaro quello lanciato dai 299 lavoratori del sito di viale Toselli, che ieri hanno deciso di prolungare per tutta la giornata lo sciopero inizialmente previsto di 4 ore, riunendosi in assemblea davanti allo stabilimento. La segretaria della Fiom Cgil di Siena, Daniela Miniero, ha sottolineato: "Oggi vedo una diversa consapevolezza nei lavoratori e questo ci responsabilizza ancora di più. Il 20 novembre ci sarà il nuovo incontro al ministero: fino a quel giorno terremo alta l’attenzione sul sito Beko di Siena con una serie di iniziative".

Oggi si replica con due ore di sciopero e una nuova assemblea degli operai, mentre Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl di Siena, evidenzia: "C’è la consapevolezza che sarà una vertenza lunga e complessa e che siamo solo all’inizio. Siena non si può permettere la chiusura di Beko perché, oltre a 299 posti di lavoro degli operai, si perderebbero altri 500 posti legati all’indotto. Questo verrebbe a creare una ’bomba sociale’ per il territorio. Serve uno strumento straordinario, che protegga tutti i siti italiani per 24-36 mesi dal rischio di chiusura o ridimensionamento".

Massimo Martini, segretario Uilm Siena, non ha dubbi: "I siti Beko in perdita sono Siena con i congelatori, Cassinetta con i frigoriferi e Comunanza con i macchinari da lavaggio. Dal prossimo tavolo al ministero ci aspettiamo di prendere altro tempo. Con il sostegno delle istituzioni è infatti necessario creare i presupposti, affinchè il sito resti industriale e affinché si tutelino i livelli occupazionali".

Per Gianni Bassani, Cobas Lavoro privato, "il 20 novembre al ministero ci aspettiamo una presa di posizione forte da parte del Governo: serve un meccanismo virtuoso per trovare una soluzione". E ancora: "Non si può acquistare e tagliare senza dire niente a nessuno – le sue parole –. Quanto al milione di euro messo a disposizione dalla Regione, Beko ha risposto che non è interessante. Questa vertenza è di tutti".

Presente ieri al presidio in viale Toselli, anche la segretaria confederale della Cgil nazionale, Francesca Re David, affiancata dalla leader della Cgil provinciale Alice D’Ercole: "Quando le aziende decidono di chiudere – ha detto – gli unici che possono impedirlo sono i lavoratori. Avete il sostegno di tutta la Confederazione nazionale. Il Governo deve parlare e chiarire i contenuti del Golden power. Tutti devono sapere cosa sta succedendo: questa vertenza non riguarda solo Siena, è nazionale".

A portare sostegno ai lavoratori, anche il segretario provinciale della Cisl Riccardo Pucci, la capogruppo del Pd in Consiglio comunale Giulia Mazzarelli e il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio con il vice Michele Capitani: "Siamo coscienti delle difficoltà e della pesantezza della situazione, che affrontate tutti i giorni con le vostre famiglie – il messaggio del sindaco –. La questione è complicata, inutile nascondersi. Quello che preme al Comune è, con tutte le nostre forze, preservare questo stabilimento, anche per non sprecare quelle che sono le competenze acquisite, da molti di voi e da tanti che hanno speso una vita di lavoro qui dentro. Le armi che abbiamo non sono moltissime, sono sincera. Nei confronti dell’azienda c’è già stata un’apertura. Quello che possiamo fare come amministrazione, anche a livello di piano strutturale, lo faremo, purché ci sia dall’altra parte una risposta che tutti noi aspettiamo. Tutti i giorni c’è un pensiero per voi e per questa azienda".

E infine: "La mia vicinanza a tutti voi – ha concluso Fabio –, come sapete sono stata a Roma e vi è stato riferito come sono andate le cose, la sera stessa sono stata avvicinata dai vertici italiani dell’azienda per la loro disponibilità a collaborare, messa per iscritto la mattina successiva. A questa lettera ho risposto anche io per scritto, ribadendo la mia disponibilità, nella speranza che vengano a Siena prima possibile per incontrarci e parlare in maniera esplicita".