CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko, l’urlo dei 300. Sciopero e presidio: "E’ solo il primo passo. Garanzie sul futuro"

Al via la mobilitazione nello stabilimento di viale Toselli tra bandiere e canti: "La gente come noi non molla mai", è il messaggio all’azienda. La Regione convoca il tavolo di crisi l’8 ottobre, nessuna notizia da Roma.

Beko, l’urlo dei 300. Sciopero e presidio: "E’ solo il primo passo. Garanzie sul futuro"

Al via la mobilitazione nello stabilimento di viale Toselli tra bandiere e canti: "La gente come noi non molla mai", è il messaggio all’azienda. La Regione convoca il tavolo di crisi l’8 ottobre, nessuna notizia da Roma.

"La gente come noi non molla mai". E’ il messaggio forte e chiaro lanciato ieri mattina dai 299 lavoratori di Beko Europe, con uno sciopero di due ore tra la fine del primo e l’inizio del secondo turno e un presidio davanti alla fabbrica. Primo ’assaggio’ di mobilitazione nello stabilimento di viale Toselli, a fronte dell’improvvisa chiusura di due siti produttivi in Polonia e del trasferimento della produzione in Turchia.

Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil, affiancata dalla segretaria generale Alice D’Ercole, ha lanciato un ultimatum: "Questo è solo l’inizio. I fatti avvenuti in Polonia, dove 1.800 persone sono rimaste senza lavoro, sono esemplificativi del modo di fare di Beko. Sono certa che il piano industriale c’è, ma certe strategie sono l’antipasto di quello che ci verrà servito, per questo vogliamo mostrare che in Italia certe cose non si possono fare". E ancora: "Chiediamo alle istituzioni di usare ogni strumento per governare una vertenza, che rischia di avere ripercussioni su tutto il territorio". E infine: "Beko vuole aumentare gli utili, ottimizzando i costi – conclude Miniero – ma sono i lavoratori a pagare lo scotto. Assistiamo al silenzio assordante del Governo sulla vertenza, ora è il momento di mettere in campo il Golden Power".

Giuseppe Cesarano, leader della Fim Cisl, è intervenuto alla presenza del segretario generale Riccardo Pucci: "Beko è partita con il piede sbagliato – le sue parole –. L’azienda deve dirci cosa vuole fare in Italia con chiarezza. Il Governo solleciti il tavolo al ministero. E’ il momento". Concorde Massimo Martini, numero uno della Uilm: "Questo è il primo passo per dare un segnale, Siena è in prima linea. L’8 ottobre è stato convocato il tavolo in Regione da Valerio Fabiani, mentre a Roma tutto tace. Oggi Beko ha cambiato il calendario della cassa integrazione per problemi di approvvigionamento dei materiali: è un ulteriore elemento di disturbo che non aiuta".