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Il ministro Urso ieri durante il question time al Senato
"Nelle prossime ore sarò in Turchia in quella che spero sia la missione decisiva". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, durante il question time al Senato, rispondendo a una interrogazione sul caso Beko (ex Whirlpool, acquistata dal gruppo turco Beko in Europa) del senatore Carlo Calenda (Azione), che lo ha accusato di aver mentito sulla gestione di questa vertenza in Parlamento, invitando il ministro alle dimissioni.
Urso ha ricostruito i passaggi della vertenza Beko come già emersi dal tavolo che si è svolto al Mimit nelle scorse settimane, ricordando che l’esercizio del Golden Power ha permesso di evitare le chiusure come invece accaduto ad altri siti del gruppo in Europa.
Urso ha richiamato l’impegno di Beko a investire 300 milioni di euro nei prossimi tre anni sul territorio nazionale e il lavoro per tutelare i lavoratori dello stabilimento di Siena, che "non è più di proprietà dell’azienda, per una vicenda che risale all’esercizio del Monte dei Paschi, cioè quello che appare, sempre più come il più grande scandalo bancario del Paese": "Lo stabilimento è in affitto con un canone alto – ha rimarcato Urso –, assolutamente fuori mercato, condizione che ove non fosse rimossa, pregiudicherebbe qualunque attività produttiva. Per questo, come sempre, ci siamo mossi nello spirito, noi sì, di piena e leale collaborazione istituzionale con Regione Toscana e Comune di Siena, con cui ci incontreremo mercoledì prossimo per trovare una soluzione sulla disponibilità dell’immobile, senza la quale nessuna attività produttiva può essere realizzata". Il ministro ha poi aggiunto: "Nel contempo stiamo lavorando per garantire i lavoratori di Siena per almeno tre anni, sino al 2027, così da consentire nel frattempo e gestire l’arrivo di nuovi investitori".
Poi la replica alle accuse di aver mentito sull’utilizzo del Golden power: "Avevo assicurato che l’occupazione in Italia sarebbe stata inalterata, ma è stato omesso il riferimento temporale relativo al 2025: grazie al nostro impegno l’azienda ha confermato la produzione a Siena fino al 2025, assicurando la tutela dei livelli occupazionali per l’anno in corso come in tutti gli altri stabilimenti italiani".
Intanto sulla vertenza interviene anche la presidente della Provincia di Siena, Agnese Carletti: "Beko, senza porre condizioni, ha il dovere della continuità produttiva fino a che un progetto industriale garantirà il futuro del sito e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Il ministro Urso e il Governo – prosegue – dimostrino con i fatti e non a parole, che in questo Paese esiste una politica industriale, non si cerchino alibi e non si scarichino sui comuni e sui territori la responsabilità di governare le reindustrializzazioni. A Siena, infatti, non è ancora tempo parlare di dismissione. Chi lo ha fatto, anche al tavolo di crisi, indebolendo una vertenza che è e che doveva rimanere nazionale se ne assumerà la responsabilità di fronte alle lavoratrici e ai lavoratori". Infine la conclusione: "Oggi tutti gli sforzi devono continuare a essere rivolti alla salvaguardia dei posti di lavoro dei 299 addetti alla produzione dello stabilimento di viale Toselli".