"Lavoro! Lavoro!". Nuovo corteo dei lavoratori dello stabilimento Beko di Siena, che ieri hanno attraversato la città, sfilando dal sito produttivo fino alla stazione ferroviaria, dove si è tenuto il comizio finale. In 250 hanno protestato contro la scelta della multinazionale di voler chiudere lo stabilimento a fine anno. A partecipare alla manifestazione anche i rappresentanti sindacali locali di Cgil, Cisl, Uil e delle sigle di categoria, i Cobas e gli universitari di Cravos. Presente anche il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, che ha sottolineato: "Beko Europe si deve assumere le sue responsabilità per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori". E sull’incontro al ministero, ufficializzato il 30 gennaio: "Mi è stato detto di un tavolo tecnico con la presenza delle istituzioni che potrebbe essere ridondante e fuorviante – ha continuato –. Credo però che le istituzioni, prima, durante o dopo, devano essere coinvolte. Rappresentiamo questo territorio, le persone e le esigenze dello stabilimento. Escluderci sarebbe impraticabile". E infine: "Il fatto che il sito non sia proprietà dell’azienda non aiuta. Per questo come amministrazione comunale – ha concluso Fabio – ribadiamo che questa è un’area industriale e tale deve rimanere". E ai lavoratori: "Non mollo come non mollate voi. Sono al vostro fianco. Sapete di poter contare sulla mia solidarietà, sul mio cuore e sulla mia testa".
Accanto agli operai anche il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, che li ha invitati all’inaugurazione dell’anno accademico: "Siena merita una risposta dal Governo, che deve spiegare perché l’interesse nazionale non viene difeso, il lavoro è un interesse nazionale. Come diceva don Milani, “la politica è sortirne insieme“ – ha aggiunto –. Vorremmo continuare la lotta insieme a voi per un lavoro, che secondo l’articolo 1 della Costituzione dà dignità e rende liberi".