Non si placano la rabbia e le preoccupazioni degli operai della Beko. Il presidio continua e si aggiungono sempre più voci al grido di battaglia dei 299 dipendenti. "Siamo stati e siamo tutt’ora parte attiva al loro fianco – ha affermato la presidente della Provincia, Agnese Carletti –. Stiamo aspettando la data di convocazione al tavolo del Ministero. Convocheremo noi, per la prossima settimana, il tavolo di coordinamento indetto in Provincia già una volta. L’obiettivo è quello di arrivare all’appuntamento pronti e con un’idea condivisa".
Forte, la presa di posizione di Alessandra Nardini, assessora regionale con competenza sulle crisi aziendali. "Intanto ringrazio, per il preziosissimo contributo, l’Unità di crisi regionale che fin dal primo istante, per la vertenza Beko e non solo, è scesa in prima linea a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, operando in sinergia con le organizzazioni sindacali che sono un pilastro della democrazia, insieme agli enti locali. Siamo molto preoccupati, il mondo del lavoro sta vivendo una fase drammatica. Dobbiamo quindi contrastare con modalità più rigorose le localizzazioni selvagge, impedire che aziende, multinazionali e non, decidano, da un giorno all’altro, di andarsene infischiandosene di quello che accade a intere famiglie, a lavoratrici e lavoratori, con il rischio di una desertificazione del tessuto economico-produttivo". E poi: "Bisogna anche garantire le opportunità – le sue parole –, perché le imprese possano insediarsi, restare e operare nel territorio. In questi anni lo abbiamo fatto: la Toscana, grazie anche agli enti di ricerca, alle università, dà la possibilità di investire e portare avanti percorsi virtuosi anche dal punto di vista dello sviluppo. Dobbiamo anche accompagnare le transizioni: la difesa dell’ambiente e quella dei posti di lavoro devono e possono stare insieme, con un investimento importante sulla formazione".
"Chiediamo però alle aziende – ha proseguito – la responsabilità di non infischiarsene, a maggior ragione se hanno beneficiato delle risorse pubbliche. Non si può pensare che un territorio, un’istituzione, sia un bancomat da cui si prende finché possibile e poi si abbandona quando si pensa di trovare condizioni migliori. Serve l’ambizione di dire che vogliamo un’occupazione stabile, sicura e di qualità. E il tema è anche quello del precariato: è inaccettabile che intere generazioni di giovani e anche di non giovanissimi non possano avere un percorso di vita autonomo".
Angela Gorellini