
I fedeli in fila a San Pietro per rendere omaggio a Papa Francesco
Siena, 27 aprile 2025 – “Ho voluto portare il mio saluto a Papa Francesco, che è sempre stato dalla nostra parte”. Non fa tanti giri di parole Antonio Malleo, 52 anni, operaio dello stabilimento Beko Europe di Siena, dove lavora da circa 30 anni. Lui e la moglie sono partiti venerdì per andare a rendere omaggio alla tomba del Pontefice: “Il Santo Padre è sempre stato al fianco di noi lavoratori Beko nel corso della vertenza, ricevendo una delegazione di operai in Vaticano e parlando della nostra situazione durante l’Angelus. Tutto, grazie al cardinale Augusto Paolo Lojudice, che ha fatto da intermediario”.
All’inizio Malleo e la moglie si erano informati presso la Diocesi per capire se c’erano pullman organizzati in partenza per Roma: “Ci è stato detto che la morte del Papa è stata così repentina, da non consentire di organizzare viaggi di fedeli per San Pietro, quindi abbiamo fatto in modo autonomo”. Prima l’autobus da Siena fino a Tiburtina, poi il treno con fermata al Vaticano, infine la lunga fila sotto il sole: “Siamo entrati in Piazza San Pietro da un ingresso laterale – racconta il lavoratore Beko – seguendo i percorsi obbligatori. Tutto era controllato, la sicurezza era massima e la vigilanza era presente per tutto il tragitto. Siamo stati in fila 2 ore e 40, incontrando fedeli arrivati da tutto il mondo”.
Malleo continua: “C’erano persone provenienti dal Brasile, dall’Albania e perfino dal Bangladesh. Qualcuno era in viaggio da un giorno e mezzo. Al confronto la nostra era una passeggiata fuori porta... ”. Poi finalmente l’ingresso nella Basilica di San Pietro: “Siamo stati accolti dal coro che eseguiva canti gregoriani – le parole di Antonio – e l’atmosfera è subito cambiata, non appena abbiamo varcato la Porta santa. Le persone intorno a noi hanno iniziato a recitare il Padre Nostro, ciascuno nella propria lingua. Eravamo tanti, ma in realtà ognuno era solo di fronte alla grandezza della sacralità. Mi sono sentito avvolto, ero stupito”. Poi i passi lungo la navata centrale: “Tutti siamo rimasti in silenzio di fronte alla tomba del Papa – continua il racconto –. C’era grande commozione. Per noi è stata una sorta di pellegrinaggio. E’ come se fossi stato chiamato dal Santo Padre, è come se mi avesse detto: “Vieni a Roma, vieni a trovarmi“. Dopo la preghiera e l’omaggio al Pontefice, siamo rimasti ancora nella Basilica di San Pietro, per ammirarne la bellezza e respirare quell’atmosfera incredibile”.
Rientrato a Siena, ieri durante i funerali di Papa Francesco, Antonio era con la mente a Roma: “La morte del Santo Padre mi ha lasciato una sensazione di grande vuoto. Credo infatti che non abbia finito la sua missione, lasciando ancora qualcosa di aperto. La sua è stata una grande figura, perché è stato amato subito dalla gente, infatti durante il suo pontificato ha dato un messaggio di abbraccio verso tutti, soprattutto verso gli ultimi e i più poveri”.
Antonio conclude: “Ho fatto molte foto durante il viaggio a Roma, ma non ho voluto pubblucare nulla sui social. Il motivo? L’omaggio alla tomba del Papa è stata una cosa talmente personale e importante, che ho deciso di portarla per sempre nel mio cuore”.