Sono diventate 8, rispetto alle 4 previste, le ore di sciopero ieri nello stabilimento Beko Europe di Siena, dove i lavoratori hanno partecipato a un presidio per protestare contro il rischio di chiusura della fabbrica. Oggi si replica con altre due ore di stop lavorativo e un’assemblea, nella quale verranno decise le future iniziative di mobilitazione da qui al 20 novembre. Mercoledì prossimo è infatti in calendario la nuova riunione del tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy, dove il gruppo Arçelik, a cui fa capo Beko Europe, sarà chiamato a esplicitare la strategia per i cinque siti italiani, tra i quali quello appunto di Siena. Le criticità, come emerso nella riunione a Roma della settimana scorsa, riguardano la produzione in viale Toselli, a Cassinetta (Varese) e a Comunanza (Ascoli Piceno). Nonostante al ministero i turchi non abbiano presentato il piano industriale, i timori per il futuro sono tangibili. "La vertenza oggi entra nel vivo – ha sottolineato Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena – aspettando il nuovo incontro al Mimit. La strategia di Beko è chiara: trasferire la produzione in zone geografiche più congeniali come la Turchia o l’Egitto. Sono arrivati a Siena consegnando bustiche con dei semi per indicare la rinascita dello stabilimento. Ora, dopo otto mesi, assistiamo solo a un aumento delle perdite". "Per il 20 novembre ci aspettiamo che si entri nel merito della trattativa – ha detto Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl di Siena –, questo è solo l’inizio. Purtroppo, oltre ai 299 operai del sito di viale Toselli, sono a rischio altri 500 lavoratori dell’indotto. Chiudere la fabbrica sarebbe quindi una bomba sociale per il territorio". Concorde Massimo Martini, Uilm Siena: "Inizia oggi la lotta. Dobbiamo guadagnare tempo per trovare soluzioni alla vertenza". Accanto ai lavoratori ieri, anche il sindaco Nicoletta Fabio: "Quello che possiamo fare come amministrazione, anche a livello di piano strutturale, lo faremo. Sono stata avvicinata dai vertici italiani dell’azienda che in una lettera si sono detti disponibili a collaborare. Ho risposto anche io per scritto, ribadendo la mia disponibilità, nella speranza che vengano a Siena prima possibile per parlare in maniera esplicita".
Cristina Belvedere