"Beko, pronti alla mobilitazione". Allarme dopo le chiusure in Polonia

I sindacati: "Segnali preoccupanti per lo stabilimento di Siena. Chiediamo un incontro con il ministro Urso"

"Beko, pronti alla mobilitazione". Allarme dopo le chiusure in Polonia

La sindaca di Siena Nicoletta Fabio

"Beko Europe-ex Whirlpool in Polonia licenzia 1.800 dipendenti e non chiarisce cosa intende fare in Italia. E’ urgente un nuovo incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy".

E’ dura la presa di posizione dei sindacati nazionali dopo la chiusura improvvisa di due stabilimenti in Polonia. "L’impegno dell’azienda e del ministro Urso era quello di convocare nel mese di settembre un incontro per affrontare e discutere il piano industriale rispetto al mantenimento occupazionale e produttivo nei cinque stabilimenti italiani – ricordano i sindacati –. Ma fino a ora né la direzione di Beko, né il ministero hanno mantenuto l’impegno a iniziare un confronto". Di qui dunque l’annuncio di due ore di sciopero in tutti i siti italiani nella giornata di giovedì, in vista di ulteriori forme di mobilitazione.

Daniela Miniero, Fiom Cgil di Siena, non ha dubbi: "Beko ha distratto le lavorazioni verso la Turchia in siti del gruppo Arçelik. Non vorrei che fosse un modo per concentrare la produzione in una sola area geografica facendo saltare il banco altrove. La distrazione della produzione verso Arçelik viola gli impegni assunti con l’Italia. Giusto lanciare un messaggio chiaro con lo sciopero".

E’ concorde Giuseppe Cesarano, leader della Fim-Cisl di Siena: "L’operazione in Polonia avrà ripercussioni in Italia, quindi c’è grande preoccupazione fra noi. Siamo infatti di fronte a uno “spezzatino“, ora aspettiamo il nuovo incontro al ministero delle Imprese, che però tarda ad arrivare". Anche Massimo Martini, segretario della Uilm di Siena, fa un’analisi molto lucida della situazione. "Il mercato dell’elettrodomestico in Europa è saturo - spiega - , inoltre c’è la forte concorrenza della Corea del Sud che ha raddoppiato le vendite nell’Unione europea. Adesso Beko ha bisogno di razionalizzare per poter continuare a essere competitiva, ma lo stabilimento di Siena è quello con i numeri peggiori in Italia. In gioco c’è il futuro di 299 lavoratori". A seguire la vertenza con attenzione c’è anche il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, che parla di "comprensibile allarme": "Ci auguriamo che il nuovo piano industriale ponga fine a questo lungo periodo di difficoltà e che tuteli i lavoratori e le loro famiglie". Fabio ricorda: "Alla fine di giugno, anche su specifica richiesta del Comune, il Governo, con il sottosegretario Fausta Bergamotto, aveva convocato i manager di Beko Europe, i sindacati e le istituzioni territoriali a un incontro dove l’azienda ha rimarcato la volontà di diventare leader nel mercato europeo degli elettrodomestici. Lo stabilimento di Siena può e deve rappresentare un fiore all’occhiello – è l’appello del sindaco –; noi siamo pronti a valutare tutte le opzioni progettuali possibili, anche dal punto di vista edilizio-urbanistico, per rendere lo stabilimento senese il più produttivo e sostenibile possibile. Il piano industriale dovrà dirci se Beko Europe ha a cuore non solo i suoi interessi, ma anche quelli dei lavoratori".

Cristina Belvedere