ELEONORA ROSI
Cronaca

Beko, sale la rabbia: "Lanciamo un Sos, questa deve essere la battaglia di Siena"

Proteste di sindacati e opposizioni, Governo e Comune chiamati in causa. Calenda annuncia una nuova interrogazione parlamentare a Urso. Il sindaco Fabio: "L’azienda se ne andrà, troviamo altre soluzioni". .

Proteste di sindacati e opposizioni, Governo e Comune chiamati in causa. Calenda annuncia una nuova interrogazione parlamentare a Urso. Il sindaco Fabio: "L’azienda se ne andrà, troviamo altre soluzioni". .

Proteste di sindacati e opposizioni, Governo e Comune chiamati in causa. Calenda annuncia una nuova interrogazione parlamentare a Urso. Il sindaco Fabio: "L’azienda se ne andrà, troviamo altre soluzioni". .

I (non) risultati dell’ultimo tavolo ministeriale hanno infuocato ancora di più la lotta dei lavoratori della Beko, che ieri hanno scioperato e si sono riuniti in assemblea all’ingresso dello stabilimento. "È preoccupante che la più alta istituzione abbia mentito al suo popolo. Durante la campagna elettorale, il ministro Urso aveva detto di stare tranquilli, perché aveva attivato il Golden power. Ma, all’ultimo tavolo, la sottosegretaria Bergamotto ha detto che Siena dovrà accontentarsi della cassa integrazione e che il Golden power non è applicabile – è l’affondo di Daniela Miniero, della Fiom Cgil di Siena –. Si tratta di una menzogna gravissima, che merita un’interrogazione parlamentare. Chiameremo a rispondere anche il sindaco Nicoletta Fabio: deve comunicare con il suo Governo. In ballo c’è il futuro di famiglie e di un’intera città, quindi richiamo il sindaco perché qualcosa ancora mi sfugge: vorrei capire se parla con il suo governo, se l’operazione, dalla quale il governo ha preso le distanze, circa l’interessamento di Train allo stabilimento, ha delle ricadute concrete. I lavoratori hanno il diritto di sapere".

Dopotutto non si tratta di un problema solo senese, ma di portata nazionale. "Siamo di fronte a multinazionali che quando non sono più attratte dal territorio vanno via – ha detto il segretario Fim Cisl di Siena Giuseppe Cesarano –. Da anni le parti sindacali chiedono di diversificare la produzione. La multinazionale ha fatto un’operazione commerciale (e non industriale) che sperava portasse lavoro a Siena, ma non è successo". Toni alti anche quelli del segretario della Uilm di Siena, Massimo Martini: "Lanciamo un Sos a tutti gli attori coinvolti – ha spiegato Martini –. Abbiamo bisogno di aiuto da parte di città e istituzioni in questa vertenza, in cui molti di noi hanno messo anima e cuore e purtroppo qualcuno ha rimesso la salute, con la prospettiva di non poter più portare il pane a casa. Questa deve essere la battaglia di Siena". Il sindaco Nicoletta Fabio, dal canto suo, ha ricordato al Tg3 Toscana che "è evidente e sotto gli occhi di tutti che Beko non rimarrà a Siena, questo lo sappiamo. Dobbiamo trovare altri soggetti".

Una vicenda che ha attratto commenti da più parti. "Cosa rimane – ha chiesto Rossana Salluce segretaria dell’Unione comunale del Pd Siena – della profonda soddisfazione della sindaca di qualche giorno fa, delle interlocuzioni privilegiate che il Comune ha avuto in queste settimane con un governo amico, smentite dal tavolo convocato dal Ministro? Ci verrebbe da pensare che l’autorevolezza della sindaca Fabio non sia poi stata così riconosciuta". Anche il senatore di Italia Viva Carlo Calenda si è espresso sui social, e ha annunciato che interrogherà il ministro al question time: "Si è capito che Urso ha mentito sulla GoldenPower – ha scritto Calenda –. Poche settimane fa aveva sostenuto che avrebbe garantito i livelli occupazionali e invece non li garantisce, tanto che l’azienda si appresta a licenziare molti operai e probabilmente a chiudere lo stabilimento di Siena. A parte la gravità e la rilevanza politica delle assicurazioni del Ministro, puntualmente disattese, ora c’è la questione di come impedire la chiusura dell’impianto ed evitare i licenziamenti".