CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko, tavolo a Roma il 30 gennaio. I lavoratori: "Andremo al ministero"

Nuovo corteo ieri dal sito di viale Toselli alla stazione. La solidarietà del sindaco e l’invito del rettore

Nuovo corteo ieri dal sito di viale Toselli alla stazione. La solidarietà del sindaco e l’invito del rettore

Nuovo corteo ieri dal sito di viale Toselli alla stazione. La solidarietà del sindaco e l’invito del rettore

E’ ufficiale: il nuovo tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy sulla vertenza Beko si terrà giovedì a Palazzo Piacentini, alla presenza di azienda, organizzazioni sindacali ed enti locali, nonché dello stesso ministro Adolfo Urso. I lavoratori dello stabilimento di viale Toselli non hanno dubbi: "Siamo pronti ad andare sotto il ministero a manifestare".

Intanto ieri, nel giorno che in origine doveva essere quello del summit a Roma, in 250 hanno sfilato dal sito di viale Toselli fino alla stazione ferroviaria tra slogan e canti al suono di trombe e tamburi. A partecipare al corteo di protesta contro la chiusura dello stabilimento annunciata a fine anno, oltre agli operai, i rappresentanti sindacali locali di Cgil, Cisl, Uil, le sigle di categoria, i Cobas e gli universitari di Cravos. Presenti anche la consigliera regionale Dem Anna Paris e il sindaco Nicoletta Fabio, che ha sottolineato: "Beko Europe si deve assumere le sue responsabilità per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori". E sul tavolo al ministero: "Credo che le istituzioni, prima, durante o dopo, devano essere coinvolte; rappresentiamo questo territorio, queste persone e le esigenze dello stabilimento, escluderci sarebbe impraticabile". E ancora: "Il fatto che il sito non sia di proprietà dell’azienda non aiuta. Per questo come amministrazione comunale – ha aggiunto – ribadiamo che questa è un’area industriale e tale deve rimanere. E poi bisogna lavorare per la reindustrializzazione, anche se la tempistica è dettata da altri". Infine il messaggio ai lavoratori: "Non mollo come non mollate voi, sono al vostro fianco, sapete di poter contare sulla mia solidarietà, sul mio cuore e sulla mia testa".

Ad accogliere in piazzale Rosselli il corteo, il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari, che ha invitato i manifestanti all’inaugurazione dell’anno accademico: "Siena merita una risposta dal Governo, che deve spiegare perché l’interesse nazionale non viene difeso, il lavoro è un interesse nazionale. Come diceva don Milani, “la politica è sortirne insieme“ – ha concluso –. Vorremmo continuare la lotta insieme a voi per un lavoro, che secondo l’articolo 1 della Costituzione dà dignità e rende liberi".

Don Carmelo Locicero ha ricordato agli operai: "Siete nel cuore e nelle preghiere del Papa. Vi porto i saluti dell’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice. Io amo i numeri pari: sappiate che siete 299 più uno, cioè il sottoscritto". Dopo gli interventi di Daniela Miniero (Fiom Cgil), Giuseppe Cesarano (Fim Cisl), Gianni Bassi (Cobas lavoro privato), Massimo Martini (Uilm) e Samuele Peccianti (Cravos), gli operai sono tornati al presidio in viale Toselli dove hanno ricevuto la visita di Adelmo Cervi, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943.