Una "bomba sociale", dice Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana. Una "vertenza simbolo per la regione, la Toscana siete voi", le parole del governatore Eugenio Giani, pronunciate a Siena, davanti ai cancelli dello stabilimento Beko, presidiato dai lavoratori. Mercoledì l’annuncio schock dell’azienda all’incontro al ministero: entro il 2025 il polo senese chiuderà, con 299 operai destinati all’esubero a meno di sorprese al tavolo che tornerà a riunirsi il 10 dicembre a Roma. "Siena non ha le caratteristiche per reggere l’urto di una scelta del genere", dice ancora Rossi.
Di fatto Beko è l’unica grande azienda metalmeccanica nel territorio di Siena e una riconversione industriale, come auspicato due giorni fa anche dal sindaco Nicoletta Fabio, non appare opera semplice. "Lunedì scriverò al Governo per chiedere chiarezza sul golden power", dice ancora Giani, con riferimento a quello strumento che dovrebbe servire a difendere gli interessi strategici nazionali ma che nessuno ha ancora realmente capito con quali limiti potrà essere impiegato. Forse solo a guadagnare tempo e studiare alternative. "Trovo scandaloso – ha detto ancora Giani – che dopo una trattativa lunghissima, con l’intervento dell’Antitrust e delle varie commissioni, si sia arrivati alla cessione da Whirlpool a Beko, che dopo solo pochi mesi si è presentata con un piano da duemila licenziamenti in Italia. Spero ancora che ci siano margini per tornare indietro".
"In Toscana rischiamo di assistere all’ennesimo scempio attuato da una multinazionale, è necessaria una mobilitazione di tutte le forze della nostra regione", è l’’appello della segretaria generale Cisl Toscana, Silvia Russo e da quella di Fim-Cisl Toscana, Flavia Capilli.
Intanto però si alimenta la polemica politica. Fabio Rampelli, vicapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, chiede all’opposizione di "fare squadra, i commenti negativi sull’azione di governo sono fuori luogo". Ma dall’opposizione si invoca la presenza del Governo in aula: "Si attivi per scongiurare la chiusura degli stabilimenti Beko in Italia. È inaccettabile che il calo dei profitti delle aziende si scarichi sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie", si afferma nell’atto firmato da Fratoianni, Mari e Grimaldi.
Lunedì è in programma una nuva mobilitazione: al mattino un corteo con comizio finale in piazza Salimbeni, nel pomeriggio il tavolo con istituzioni, forze politiche e sindacati convocato da Agnese Carletti, presidente della Provincia.