MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Betti editrice, in viaggio tra i libri: "Trentadue anni di attività, al lavoro con testa e cuore"

Luca Betti ripercorre l’impegno partito dall’attività di fotografo del padre Giancarlo "Partì tutto nel 1992 dalla decisione di pubblicare le sue foto dei Palii, siamo ancora qua".

Luca Betti ripercorre l’impegno partito dall’attività di fotografo del padre Giancarlo "Partì tutto nel 1992 dalla decisione di pubblicare le sue foto dei Palii, siamo ancora qua".

Luca Betti ripercorre l’impegno partito dall’attività di fotografo del padre Giancarlo "Partì tutto nel 1992 dalla decisione di pubblicare le sue foto dei Palii, siamo ancora qua".

Quando si parla di collezionismo, e questo a Siena offre mille implicazioni, è quasi sottointeso che esista come base una editoria che ancora ha molto da dire e che ha già detto molto. È notizia di questi giorni che la Betti Editrice segna il suo 32esimo anno di attività raggiungendo un traguardo straordinario nel 2024: ben 84 titoli pubblicati in un solo anno.

La casa editrice, nata nel 1992, negli ultimi anni è riuscita a conquistare una rilevanza non solo cittadina, ma anche regionale e nazionale. Ne parliamo proprio con Luca Betti.

A cosa è dovuto questo risultato?

"A dire il vero a dicembre mi sono stupito anche io dei numeri. 84 titoli in un anno, anche se in alcuni casi si tratta di tirature veramente basse, sono un’enormità per una casa editrice di piccole dimensioni. Credo che il merito vada all’approccio trasparente che abbiamo con gli autori e con i committenti".

Come imposta il lavoro quotidiano?

"Cerchiamo sempre, nel rispetto del lavoro, di migliorarlo, effettuando un editing accurato e fornendo di volta in volta la veste editoriale e grafica che riteniamo più adatta. Penso che si percepisca che facciamo il lavoro mettendoci sì la testa, ma anche e soprattutto il cuore".

Ad oggi come colloca la Betti Editrice in ambito locale e in quello nazionale?

"Naturalmente, il territorio lo guardiamo con particolare attenzione, promuovendo anche progetti che difficilmente vanno oltre... Fontebecci! Ma è importante anche raccontarci le nostre storie, di cui spesso siamo anche gelosi. Per altre edizioni lo sguardo va oltre, siamo piccoli ma guardiamo in grande. Abbiamo pubblicato su tematiche di interesse nazionale - come ad esempio una Graphic novel su Matteotti, un libro sul clima e un altro sull’energia -, che riscuotono successo su scala più ampia".

E per la diffusione?

"La distribuzione - sia tradizionale che online - ci consente di essere presenti nel panorama nazionale, e - pur con grandi costi - spediamo il 90 per cento degli ordini dal sito senza spese con corriere espresso".

Ma è una scelta che, tornando all’inizio, rifarebbe?

"Beh, a volte penso che vi sono settori in cui con un po’ di sacrificio e competenza... si fanno i soldi. In editoria non è così, però venendo dalla fotografia sono abituato a lavori appaganti ma poco redditizi".

Che criteri adotta per la scelta dei libri?

"Credo che la strada da percorrere sia sempre quella di selezionare attentamente ciò che si pubblica. Tutti pensano di pubblicare un libro, perché sembra una cosa semplice, ma non lo è. L’autopubblicazione è in primo luogo un danno per l’autore. Manca qualunque filtro critico su forma e contenuto, e l’autore spesso, finito il giro di zie e amici, vede il libro ammuffire nelle scatole in garage".

Una breve storia della Betti Editrice. In che anno iniziò e quale fu la spinta per cominciare? Le prime avventure editoriali?

"Dalla fotografia all’editoria il percorso può sembrare strano, ma tutto nacque dalla volontà di pubblicare le foto dei drappelloni realizzate da babbo Giancarlo/Buzzo Flash. Per una serie di cause, mi trovai a decidere di pubblicare il libro, creando la casa editrice nel 1992, con l’aiuto e i consigli di alcuni amici, primo fra tutti Alessandro Falassi, che tutti ricordiamo con affetto".

E da quel momento come è cresciuta la casa editrice?

"Pian piano l’attività e la voglia di pubblicare presero il via, senza una delimitazione precisa delle tematiche. Una delle avventure indimenticabili, di oltre venti anni fa, quando arrivò il breve inedito di José Saramago nel libro in inglese sulle feste dei paesi del Mediterraneo. Non avrei pensato fino ad allora che un inedito di un Nobel sarebbe stato in un mio libro. E non avrei pensato di oltrepassare i mille titoli pubblicati".