REDAZIONE SIENA

Bianchini, il mago dei racconti del Palio

Una foto, una storia Ha curato per decenni le telecronache sulla Rai con Emilio Ravel. E al Monte seguì gli spot con Pavarotti

Raccontare il Palio non è una operazione estetica, è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione fra il mondo "estraneo" ed il nostro. Due lingue che si fondono. Fra quelli che meglio hanno saputo farsi carico di interpretare agli altri il carattere dei senesi troviamo Maurizio Bianchini, qui ritratto da Augusto Mattioli all’inizio degli anni Duemila. Giornalista e regista: per spiegare meglio al resto degli umani, sempre interessati ma spesso distratti dalle immagini sensazionali e non dalla sostanza,

il suo è stato un ostinato viaggio al contrario. E’ risalito la corrente della cronaca e della storia partendo dal presente, con le sue telecronache viste in mondovisione, negli anni Novanta, aggiungendo ad ogni diretta nuovi elementi, nuovi indizi per far comprendere l’unicità della festa senese.

Ed è arrivato ben presto alla sorgente, alla genesi, adoprando una comprensione che spiega ai telespettatori cosa stanno veramente guardando, oltre la bellezza dei colori, i giochi e l’impeto della corsa. Un mondo a parte che non si spiega con il sensazionalismo dello sport o con il linguaggio criptico dell’ippica e nemmeno con una asettica visione storica: si spiega con la bellezza del quotidiano che si fa meraviglia.

Con compagni di viaggio in Rai come Emilio Ravel, con Susanna Petruni e poi Annalisa Bruchi, con le telecamere della Moviement HD, con innumerevoli contributi, ha riportato il Palio alla sua essenza, al coraggio di raccontare di "indiani in riserva" che non giocano a nessun ruolo se non ad essere loro stessi. Per questo ed altro, la città deve rendere merito a Bianchini di essere stato un mediatore di lusso, con il garbo e lo stile che lo contraddistinguono, con una coerenza su cui possiamo sempre contare. E poi se lo volete più incisivo o più vicino ad un linguaggio di storia senese, ecco gli appuntamenti di "Ricordi di Palio", dove il teatro si fa testimone di storie minime che ci riportano di altri tempi.

Ma per carità, senza la retorica che abbonda da altre parti, perché le vicende di fantini, cavalli e altri eroi, non hanno bisogno di forzate ricostruzioni. Parlano da sole con il loro originale svolgersi. Questa alchimia la scopriamo ascoltando tante volte i suoi commenti mentre scorrono le immagini: è proprio vero che la bellezza si vede e che il fascino si sente.

C’è anche un’altra carriera da raccontare riguardo a Maurizio Bianchini: quella di responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi per qualche decennio. La sua perla sono gli spot della banca già quotata in Borsa con Luciano Pavarotti. Fu lui a seguire il Maestro in tutte le fasi della produzione e del lancio.

Massimo Biliorsi