Siena, 4 dicembre 2024 – Un grido di dolore. Ferisce e fa male, anche a chi scorre quelle parole. Di una madre che non riesce a darsi pace. Soffre e si dispera. Il vuoto per la morte della sua piccola Camilla, appena 17 mesi, è ancora più pesante da sopportare dopo l’addio nella basilica di Asciano il 21 novembre scorso. Dopo i momenti choc della tragedia, del viaggio a Massa, dove la piccolina era arrivata il 12 novembre scorso con elisoccorso, all’ospedale del Cuore, non riuscendo a superare la crisi. Un vuoto devastante per la madre della bambina che ha perso la vita per le conseguenze dell’ingestione accidentale di una piccola pila a bottone. Contenuta probabilmente in un giocattolo.
L’inchiesta della procura è ancora in corso. Si lavora nel massimo riserbo. La famiglia, attraverso il suo avvocato Vincenzo Bonomei, ha annunciato una denuncia-querela. Non è stata ancora depositata, il legale aveva chiesto le cartelle cliniche e i documenti sanitari. Sta lavorando all’atto. Dove la famiglia, con forte probabilità, ricostruisce passo dopo passo cosa è accaduto al momento del primo arrivo al pronto soccorso delle Scotte, dove la bambina venne trattenuta per la notte e dimessa il giorno seguente, intorno a mezzogiorno. Era stata dimessa. Ancora non si sapeva dell’ingestione di quel corpo estraneo così dannoso per gli organi della piccola Camilla. Che infatti aveva vomitato sangue, hanno già raccontato i genitori. Per questo era stata riaccompagnata il giorno stesso della dimissione al policlinico, la sera. La scoperta della pila a bottone, l’estrazione attraverso una sonda, il ricovero in terapia intensiva. Poi il trasferimento in reparto. Dove il 12 novembre era peggiorata in maniera repentina per cui i medici delle Scotte avevano deciso di trasferirla con l’elisoccorso all’ospedale del Cuore a Massa. Al momento non ci sarebbero indagati, l’autopsia è stata eseguita e si attendono i risultati.
Resta il dolore. Della famiglia. Di una madre che, come detto, non sa darsi pace. Ha pubblicato la foto della sua bambina sorridente accompagnata dalle parole della canzone di Tony Lena: “Hai lasciato un vuoto nel cuore di chi ti amava e sempre ti amerà, niente più rimane uguale, te ne sei andato senza dire addio”. Sferza il cuore, poi, il post pubblicato subito dopo. Parla della “sera quando ti ho perso”.
“Avevo sentito parlare della morte ma non l’avevo mai sentita così vicina. Quando ti ho persa potevo guardarla negli occhi, sentire il sapore delle lacrime di un dolore così forte, travolgente”. E ancora: “Non avevo mai pianto così tanto come quella sera dove vedevo in ogni angolo della casa la tua immagine luminosa, i tuoi occhietti neri che ogni volta mi guardavano e mi rallegravano”. Rivolta alla sua piccola stella volata in cielo: “Posso giurarti di averti amato più di quanto il mio cuore conoscesse, non ti dimenticherò mai. Ogni volta che varcherò la porta ti dirò dove vado e ti saluterò quando torno, perché non te ne andrai mai”. Sarà il suo bel fiore, dice. “Vivrai sempre qui , nella nostra casa – conclude – e nel mio cuore”. Una lettera social toccante. Intima e gridata. Servirà ancora tanto coraggio a questa madre per proseguire la lunga strada che l’attende, quella della ricerca della verità sulla morte di sua figlia che da subito ha detto di voler cercare.