Tommaso Strambi
Cronaca

Bini Smaghi è in pole per Mps. Profumo lascerà dopo l'aumento

L'ex componente del board Bce sondato dalla Fondazione Mps

Lorenzo Bini Smaghi

Lorenzo Bini Smaghi

Siena, 17 marzo 2015 - CI POTREBBE essere Rocca Salimbeni nel futuro di Lorenzo Bini Smaghi. L’ex componente del comitato esecutivo della Bce avrebbe ricevuto, nelle ultime ore, diverse telefonate dalla Fondazione Monte dei Paschi per sondare la disponibilità a subentrare al presidente Alessandro Profumo all’indomani dell’aumento di capitale da 3 miliardi che banca Mps lancerà alla fine di maggio per coprire lo shortfall evidenziato dagli stress test autunnali. Nonostante l’Ente di Palazzo Sansedoni sia orientato a confermare gli attuali vertici (oltre al presidente anche il ceo Fabrizio Viola) alla guida dell’istituto senese, Profumo avrebbe intenzione di lasciare Rocca Salimbeni una volta completata, appunto, la ricapitalizzazione che segue quella monstre da 5 miliardi dell’estate scorsa. Un’indiscrezione anticipata lo scorso 5 marzo da Qn e rilanciata domenica dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore. Non per nulla in occasione di un convegno, qualche settimana fa, Profumo ai giornalisti che gli chiedevano se avesse intenzione di restare a Siena aveva risposto: «Non ho ancora deciso». Dopo di ché si era chiuso nel più rigoroso silenzio. E anche in queste ore tra i suoi collaboratori a Rocca Salimbeni le bocche restano cucite. A convincerlo a restare alla guida della banca, cui è arrivato nella primavera del 2012, sarebbe stata la moral suasion esercitata dalla Bce e da Bankitalia. Insistenze cui avrebbe risposto, appunto, mettendo una condizione: lasciare una volta completata la ricapitalizzazione. DA QUI la necessità per la Fondazione – chiamata proprio oggi, a stilare la lista con i nomi dei nuovi componenti del cda da presentare all’assemblea del prossimo 14 aprile insieme ai soci sudamericani (Fintech e Btg Pactual) del Patto di sindacato – di individuare un nuovo presidente. E il nome su cui, a Siena, si registra una certa convergenza è proprio quello di Bini Smaghi, di cui, peraltro, nell’estate dello scorso anno si era parlato come di possibile presidente della Fondazione prima che venisse individuato Marcello Clarich come sostituto di Antonella Mansi. Fiorentino, come il premier Matteo Renzi, Bini Smaghi potrebbe anche essere inserito già ad aprile nel board per poi racoggliere il testimone di Profumo a luglio. Di certo tra i nomi nella lista al vaglio della Fondazione per il rinnovo del cda, oltre a quelli di Profumo e Viola, ci sono quelli dell’economista Fiorella Kostoris, ex moglie dell’ex ministro Tommaso Padoa Schioppa, della manager di Condad del Tirreno Fiorella Bianchi, e dei docenti universitari Elisabetta Montanaro e Alessandro Carretta. Quest’ultimo potrebbe essere dirottato nel collegio dei revisori dei conti qualora Bini Smaghi entrasse sin da subito.