Siena, 6 gennaio 2025 – C’erano un italiano, un francese, un belga, un tedesco. Sembra l’inizio di una vecchia barzelletta, ma se l’italiano si chiama Fondazione Biotecnopolo, il francese Istituto Pasteur, il belga Vaccinopolis e il tedesco Dfiz-Umr (l’omologo del nostro Istituto superiore di sanità) le cose cambiano. Anche perché il risultato finale non è una risata liberatoria ma un finanziamento da quasi 33 milioni di euro, per la precisione 32.325.972,2 euro (il 60 per cento del budget previsto) solo per l’Italia e di circa 130 milioni di euro nel complesso per i quattro Paesi.
È quanto prevede il percorso dell’Unione europea che deve ancora essere formalmente aggiudicato, ma che ha già superato lo Step di finanziabilità e quindi attende solo il passaggio conclusivo, nell’ambito del progetto per ’European vaccines hub for pandemic’, in pratica uno strumento continentale per farsi trovare pronti nel caso di nuova pandemia.
Che in questa partita abbia un ruolo di primo piano il Biotecnopolo è una notizia doppia: perché dimostra che la Fondazione ha già assunto un ruolo di rilevanza nazionale e perché svolge il necessario ruolo di collante anche per soggetti del territorio. In questa partita sono coinvolti infatti la Sclavo Vaccines Association, l’Università degli studi di Siena, VisMederi che si conferma azienda dinamica e coinvolta nelle partite internazionali, oltre a Istituto zooprofilattivo sperimentale delle Venezie, Reithera.
A guidare il gruppo appunto la Fondazione Biotecnopolo e in particolare il direttore scientifico Rino Rappuoli, uomo da subito al centro del progetto che è il rappresentante in sede europea dell’operazione, insieme a James Di Santo del Pasteus, Pierre Van Damme di Vaccinopolis, Isabelle Bekeredjian-Ding di Dfiz-Umr. Ognuna delle quattro componenti svolgerà un ruolo, dalla sorveglianze sulle malattie infettive allo studio della materia regolatoria, dalla ricerca sul vaccino allo sviluppo clnico (infatti una parte del finanziamento è vincolata all’effettivo utilizzo in caso di pandemia).
Per il Biotecnopolo, dopo il cambio di statuto, la nuova organizzazione ai vertici con l’ingresso del direttore generale Gianluca Polifrone a guidare la parte gestionale con Rino Rappuoli a dirigere quella scientifica, i nuovi assetti che hanno comportato anche la recisione del legame con Tls, la prospettiva di una nuova sede (come da emendamento parlamentare di Francesco Michelotti di Fratelli d’Italia, che apre a accordi con il demanio) si può dire che è iniziata una stagione tutta nuova. E i frutti si delineano sotto forma di progetti milionari.