
E’ stato da sempre il suo sogno: salire quei gradini di legno che lo hanno portato ad insediarsi sul Verrocchio. Ce l’ha fatta in modo rocambolesco, con una febbre tanto improvvisa quanto aleatoria, con il sindaco De Mossi che lo ha inserito direttamente dove Renato Bircolotti voleva arrivare.
Forse con un po’ di attesa la febbre poteva svanire in pochi giorni e la Piazza avrebbe ritrovato Ambrosione. Bircolotti ha sì realizzato il suo sogno, ma ieri è stato il peggiore, superando anche certe "giustificazioni" dello stesso sindaco. Schematicamente ha mandato una volta, appena iniziate le operazioni, i fantini fuori dai canapi; poi ha buttato giù il canape, per quattro volte, non con prontezza efficace. Ha fatto entrare i barbareschi sul tufo solo perchè dai palchi gli veniva fatto notare l’asciugatura operata dal Bruco. Ma soprattutto ha annullato una mossa valida, solo perchè la Lupa è rimasta ferma al canape. Se non avesse fatto scoppiare il mortaretto sarebbe stato un Palio con otto Contrade. La sua gestione negativa, molto, ha prodotto l’annullamento di questa mossa, la cancellazione dalla Carriera di due Contrade, e una mossa finale con solo 5 tra i canapi.
Non è finita qui. Con cinque Contrade dentro ha permesso che solo una partisse, il Drago, inseguito dalla Pantera di rincorsa, poi a distanza la Torre. Ne deriva che Bircolotti ha lasciato al canape tre Contrade, più della metà tra i canapi.
Infine la confidenza che si permettevano alcuni fantini: il nome "Renato" lo hanno pronunciato a voce alta prima Scompiglio e poi Tittia. Il sogno di Bircolotti si è realizzato; non sappiamo se la febbre di Ambrosione sia sparita, ma domenica è già un altro Palio e per il sindaco De Mossi ci sarà tanto da lavorare. Sia per il verrocchio che con le Contrade, lasciando perdere le frasi di rito.
Sergio Profeti