Bruni: "Scritta la storia del Palio". Idolo Pes: "Voi chiave del successo"

Il priore Piperno ricorda Paolo Vigni e invita "a ripartire da questa forza che ci lega, l’amore per la Lupa"

Bruni: "Scritta la storia del Palio". Idolo Pes: "Voi chiave del successo"

Il priore Piperno ricorda Paolo Vigni e invita "a ripartire da questa forza che ci lega, l’amore per la Lupa"

di Laura Valdesi

SIENA

"Undici Palii vinti, ho visto. Quello rimasto nel cuore? Tutti ma il 2 luglio 1945...", racconta Marisa Bertini, un’istituzione nella Lupa dall’alto dei suoi 90 anni superati da un pezzo. Storia della Contrada a cui, in una sorta di filo ideale fra le generazioni, fanno pendant i giovani che ballano sulle sedie prima di uscire con il Drappellone di Riccardo Guasco, alla cena con moglie e figli, e di fermarsi in società per una spaghettata alle 3.30. Nel mezzo i filmati che raccontano un Palio fatto da "chi è pronto a lottare senza chinare la testa", per "liberare la città dalla cappa del sistema". Un inno a Velluto che toglie la corazza e si racconta. Da quando ha iniziato a montare, poi l’arrivo a Siena. I primi due anni di assenza dal Palio, la consapevolezza, vedendo gli altri a cavallo, "che ci potevi stare benissimo. Negli ultimi anni un po’ di rabbia nei confronti di qualcuno che ti fa venire la voglia di rientrare. Devi però trovare il Giulio (Bruni, ndr) della situazione che te lo consente". Confessa nei video "che l’arrivo in Vallerozzi è stato la chiave del successo" aggiungendo, quando è già notte inoltrata, "che la mia storia nella Lupa inizia da quando sono giunto a Siena. La vicinanza della dirigenza di Antonello (Bardi, ndr), anche con quelle seguenti c’era un po’ di rapporto. Con Giulio un crescendo. Con una Contrada come la vostra vicino tutto è più semplice".

"Velluto ha dimostrato cosa vuol dire avere i nervi saldi", afferma il capitano Giulio Bruni dopo i tanti grazie. Fra gli altri a Francesco Frati, a Benitos, "a 4 mangini ’amici e compagni di un percorso". "Il 15 sera dissi che avremmo difeso i nostri colori e fatto la nostra corsa. Molti ci davano per spacciati. Siamo riusciti a ribaltare la situazione", rivendica dicendo "che occorre fare tesoro di un atteggiamento che ci ha reso grandi. La Lupa e Velluto hanno scritto una pagina indelebile nella storia del Palio". "Strada in salita" e poi "eroi", parole che ricorrono nei filmati stile Netflix. Tante le curiosità: "Il giorno del Palio lo vidi sul letto (Dino, ndr) che dormiva a bocca aperta. ’Se non sente la tensione lui, allora, va bene’". E ancora: "Ci ha dato una lezione di come ci si comporta: poche chiacchiere, tanti fatti".

Il priore Carlo Piperno legge in avvio il messaggio che scioglie il cuore dei lupaioli. "Sei stato il capitano di quando si diventa grandi, il primo che ci ha fatto sentire importanti". Parla di Paolo Vigni, recentemente scomparso. Prosegue nella lettura: "’Per mio padre la Lupa era una famiglia, grazie per il bene che gli ha dimostrato, grazie anche a Velluto’". E ancora: "Domani (oggi, ndr) sarebbe stato il suo compleanno, guarda che festa ti hanno fatto!". Emozione pura condensata in un lunghissimo applauso. Piperno confessa "poi che la prima parola che viene in mente al termine di questa cena è ’noi’. L’amore per la Lupa che ci unisce e a volte genera anche confronti ci ha spinto verso la meta. E’ stata la nostra forza quando abbiamo vacillato ma poi siamo andati compatti verso la sorte. Incredulità, stupore. meraviglia. Sorpresa. Ho realizzato da poco che abbiamo vinto. Ripartiamo da questa forza che ci lega".

La lunga notte si chiude con fantini e dirigenti che ballano e si abbracciano, sommersi da una pioggia di coriandoli d’oro stile finale di Champions.