di Marco Brogi
Non sarebbero una quindicina, come emerso fino a questo momento dalle indagini, ma molti di più i ragazzi taglieggiati dalla banda di loro coetanei sgominata dai carabinieri nelle ultime ore.
Le indagini dei militari della compagnia di Poggibonsi, diretta dal maggiore Sergio Turini, proseguono proprio con questo obiettivo: accertare altre eventuali vittime dei due bulletti denunciati per tentata estorsione, tentato furto con strappo e rapina impropria.
Nella notte, tra l’altro, sul muretto del centro di Poggibonsi dove i ragazzi di "Mafia 53036" (così si facevano chiamare sui social) si ritrovavano sono comparse croci celtiche e la scritta "free panzer". "Panzer" è il soprannome di uno dei due giovani finiti nei guai, che avrebbe simpatie neonaziste. Richieste di piccole somme di denaro dietro la minaccia di spaccare il motorino delle vittime di turno (a volte costrette anche a subire il furto del casco o di altri oggetti), vessazioni e violenze varie: questo in sintesi quello che avrebbero messo in atto per alcuni mesi i due ultras del Poggibonsi ai danni di ragazzi per lo più di Colle Val d’Elsa.
"Una brutta vicenda su cui le indagini proseguono. Parliamo di capi d’imputazione importanti per comportamenti perpetrati da ragazzi nei confronti di altri ragazzi- afferma il sindaco di Poggibonsi, David Bussagli-. Grazie alla compagnia dei carabinieri e alle forze dell’ordine tutte per l’impegno costantemente profuso a servizio della nostra comunità".
E ancora: "C’è un lavoro significativo, fatto e da continuare sui temi del disagio giovanile e del bullismo- aggiunge il primo cittadini Bussagli-. Un lavoro che riguarda tutti. Le scuole si sono più volte rese protagoniste di iniziative e percorsi di sensibilizzazione e di promozione di una cultura del rispetto e dell’inclusione. Un impegno che si accompagna alla progettualità portata avanti dalla scuola sul disagio e a quella sviluppata sul fronte sociale, con l’educativa di strada, il doposcuola, i laboratori. Un impegno trasversale per farsi carico a 360 gradi dell’educazione dei più giovani, per rafforzare la giusta sensibilità e la cultura del rispetto come argine al bullismo – conclude il sindaco di Poggibonsi il suo intervento –, alla cultura della sopraffazione e ai comportamenti delinquenziali che ne conseguono".