Da almeno un quarto di secolo si dibatte sul passaggio dei mezzi pesanti dalla zona di Camollia. In particolare gli autobus di 12 metri che salgono da via Garibaldi diretti verso via dei Gazzani, oppure arrivano dalla Lizza e transitando da via Campansi arrivano a porta Camollia. Non si contanto le proteste e petizioni che si sono succedute negli anni, neanche a dire il vero le promesse degli amministratori di turno per cercare di intervenire.
Gli incidenti, lievi fortunatamente, degli ultimi giorni hanno riacceso i riflettori sulla situazione. "La progressiva riduzione dei transiti di bus dall’area di Camollia – si osserva da Autolinee Toscane – è già iniziata a partire dallo scorso mese di gennaio, perché Autolinee Toscane e Comune di Siena sono consapevoli della delicatezza di quel tratto di centro storico caratterizzato dalla presenza di varie attività commerciali, transiti pedonali e larghezza della carreggiata limitata. Per questo si è iniziato a diminuire i transiti giornalieri". Nel tratto di via Camollia, specifica l’azienda, "adesso transitano in quel tratto solo le linee 5 e 10 mentre è stato modificato il transito della linea 3, che prevedeva circa trenta passaggi giornalieri da via Camollia per poi salire da via dei Gazzani verso il capolinea di piazza Gramsci".
Altra questione è l’asse Gazzani-Campansi-porta Camollia. "Questi transiti – si osserva da Autolinee Toscane – contano un numero di linee più significativo, ma in una logica di percorrenze chilometriche e itinerari funzionali rispetto alle risorse attualmente previste per l’organizzazione complessiva di un servizio di trasporto pubblico chiamato a un equilibrio tra le varie esigenze della collettività, anche sul piano sociale, data la particolarità dell’utenza di quell’area".
Da Palazzo pubblico, l’assessore alla mobilità Enrico Tucci, osserva: "Siamo disponibili a ragionare con Autolinee Toscane su eventuali spostamenti di percorsi o o riduzione dei passaggi. Abbiamo già preso alcune decisioni in questo senso, penso alle criticità della zona di Fontebranda e piazza Indipendenza. Dobbiamo lavorare insieme perché in queste situazioni è necessario conciliare esigenze divergenti".
Quindi vanno incrociati, afferma Tucci, i bisogni "di tutela del patrimonio artistico-monumentale unite a quelle degli esercenti e dei residenti, e assicurare un servizio di trasporto pubblico che vada incontro alle necessità di coloro che devono spostarsi". Facendo anche i conti con le "risorse necessarie da reperire, costi che graverebbero comunque sui cittadini. Del resto le strategie di sostenibilità e vivibilità, anche per l’approccio al centro storico, vanno verso l’implementazione del trasporto pubblico, quindi dobbiamo ragionare su un disegno generale che si intersechi con le questioni della direttiva Lizza-Camollia e Garibaldi-Camollia".
Il tema dunque è aperto. All’inizio dello scorso mandato fu ipotizzato di togliere del tutto il transito dei mezzi pesanti da via Camollia (dove gli esercenti, Enzo Parri in testa, protestano da una vita...), ma non se ne è fatto di niente. E si ricorda che negli anni Novanta, quando assessore alla mobilità era Mario Cataldo, si aprì un confronto con la Soprintendenza (e con i residenti), perché l’ipotesi era quella di togliere del tutto il transito dei mezzi pesanti dall’asse di Camollia. Poi non se ne fece di niente, o meglio i transiti sono stati ridotti ma il pericolo resta.
Ora Autolinee Toscane e Comune garantiscono di volerne parlare. Non sarà facile. Ma a Firenze, in quattro mesi 15 anni fa, prima si decise e poi si tolsero duemila passaggi di autobus accanto al Duomo, cambiando per sempre il volto della città. Non fu facile, ma si fece.