Caccia a messaggi, foto e video sul telefono della donna indagata

Il pm dà un mese al consulente. L’avvocato Valentini: "Riesumare Simone? Prima vediamo le immagini della salma"

Caccia a messaggi, foto e video sul telefono della donna indagata

Caccia a messaggi, foto e video sul telefono della donna indagata

di Laura Valdesi

SIENA

Trenta giorni per capire se quei telefoni, computer e anche un tablet sequestrati alla donna indagata e ai suoi cari ’parlino’ di Simone Casini. Se, insomma, si siano interfacciati con il camionista di 43 anni trovato morto impiccato vicino ad Isola d’Arbia dentro il camion, la sua seconda casa. Un mese di tempo è stato dato ieri mattina dal pm Valentina Magnini, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, al consulente tecnico incaricato dell’analisi. Si tratta dell’ingegner Vincenzo D’Abbundo che più volte ha seguito casi per la procura di Siena. Anche la persona indagata, che non vive nella nostra provincia, ha nominato attraverso l’avvocato Daniela Marrelli un proprio consulente che ha subito preso parte alle operazioni tecniche, a partire dall’effettuazione della copia forense del contenuto di cellulari, tablet e computer sequestrati dagli investigatori la scorsa settimana. Saranno esaminati e tirati fuori messaggi, sia scritti che audio, naturalmente eventuali video che possano contribuire a fare chiarezza sulla morte di Casini. La consulenza sarà depositata entro il 3 luglio prossimo.

"Cosa si cerca? Ritengo che si punti ad individuare tutte le cointeressenze esistenti fra tali supporti informatici ed il telefono e i contatti che facevano capo a Simone Casini", commenta l’avvocato Enrico Valentini uscendo da palazzo di giustizia. Assiste i genitori del camionista, Daniela e Ivano, convinti che non si tratti di suicidio ma di un omicidio. "La questione – osserva l’avvocato – necessita di un approfondimento serio, cosa che la procura sta facendo. Certo è che si apre adesso una fase nuova, abbastanza delicata. Massimo rispetto per chi indaga perché potremmo creare un ’mostro’ che alla fine poi non è tale, oppure estromettere dall’inchiesta persone che magari qualcosa invece c’entrano. Siamo in una fase interlocutoria, ripeto, quanto delicata".

Il cadavere di Simone Casini venne trovato all’interno del camion, posteggiato in una piazzola a Isola d’Arbia, vicino a Siena, il 27 luglio 2022. "All’inizio è stato chiuso tutto un po’ in fretta. La posizione del cadavere, le modalità. Se davvero di suicidio si tratta gli interrogativi restano molti. La procura sta lavorando alacremente e questo ci dà la speranza che, prima o poi, chiarezza sulla dinamica verrà fatta", prosegue l’avvocato Valentini. Confermando "che la riesumazione della salma è già stata chiesta. "Spetta al pubblico ministero. Ma prima di verificare tale possibilità vorrei vedere le foto della salma all’obitorio che non erano state allegate. Le ho richieste. Analizzate quelle vediamo se c’è necessità di procedere e insistere nella richiesta di riesumazione o meno". Non è da escludere che i nuovi sviluppi del caso portino nuovamente la famiglia a ’Chi l’ha visto?’. Di sicuro la trasmissione sta continuando a lavorare sulla vicenda, anche in queste ore. "Non so se torneremo in trasmissione – conclude l’avvocato Valentini – ma di certo tornerò in procura a Siena perché c’è una collaborazione con la polizia giudiziaria. Noi chiediamo solo verità. Che sia fatta luce su un ragazzo che la mattina alle 8.30 chiama la madre dicendo ci vediamo più tardi perché ancora non so quale tipo di viaggio devo fare, poi non arriva alle 9. Forse a quell’ora era già morto. Il perché di questo gesto, se davvero l’ha fatto, e perché non possiamo saperlo. Possiamo solo spingere le indagini, aiutarle. Ci sono riscontri che fanno pensare che non ci fosse una volontà suicidiaria precedente".