Casole d’Elsa (Siena), 29 gennaio 2025 – Nell’unico ristorante di Monteguidi, piccolo paese di nemmeno cento anime nel comune di Casole d’Elsa, a servire ai tavoli c’è la titolare, Marisa Fais, accompagnata da un robot di nome Bob. Ci troviamo nel classico paese toscano arroccato sulle colline descritte da Carlo Cassola, un luogo che sembra uscito da una cartolina: vicoli e campagne silenziose, viti, ulivi e una quiete che invita al relax. Dietro a questa immagine da sogno si cela una realtà tutt’altro che idilliaca per chi ha un’attività e non trova camerieri.
È il caso del ristorante ’Piattoforte’ che, dopo aver lottato per anni alla ricerca di personale, ha optato per un robot. È un martedì a pranzo ed i tavoli sono quasi tutti pieni, alcune persone di passaggio, cacciatori e clienti fissi. E’ un ristorante a conduzione familiare, Marisa Fais sta in sala mentre in cucina c’è il marito Andrea Garau ed il figlio Gabriel. Insieme a loro, da venerdì scorso, è arrivato Bob.
“L’idea – afferma la titolare – era quella di avere qualcuno che ci aiutasse a tempo pieno, ma senza incorrere nelle problematiche che abbiamo già riscontrato a causa anche della lontananza dalla città. Monteguidi è un paese molto piccolo ed al giorno d’oggi è difficile trovare personale, sono tutti anziani. Bob è una bella alternativa, ma anche una sfida”. Nonostante la passione che la famiglia Garau mette ogni giorno nel lavoro, la mancanza di un cameriere stava diventando un problema insormontabile. “La verità – continua – è che non si trova personale”. Non solo ricerche infruttuose, ma anche esperienze poco piacevoli. Così la decisione di affidarsi ad un robot. Bob è un cameriere automatizzato e costa circa un terzo rispetto a quello che potrebbe essere il ‘normale’ stipendio di un dipendente.
“Non è il caso di nuove strumentazioni che sostituiscono lavoratori in carne e ossa – continua la titolare – Questo è un posto di passaggio e c’è molta difficoltà a mantenere un giovane a lavoro”. Il robot cameriere è così arrivato al Piattoforte portando con sé curiosità e innovazione. Programmato per servire ai tavoli e persino cantare ‘tanti auguri’ alle feste di compleanno, Bob sta diventando una piccola attrazione. L’azienda produttrice è italiana e in alcuni ristoranti del nord è una normalità: circa 250 gli assistenti robotizzati attivi in Italia.
Alcuni sindacati hanno già avuto modo di dire la loro, ma sia i ristoratori che l’ideatore chiariscono che il compito è quello di aiutare e non sostituire. “La speranza – chiude la signora Fais – è che mio figlio, studente alla scuola alberghiera con la grande passione per la cucina, possa portare avanti questa attività”. Anche con l’aiuto di Bob.