di Laura Valdesi
Nuove tessere nel giallo della morte di Simone Casini, 43enne di Vivo d’Orcia trovato impiccato il 27 luglio 2022 nel camion, vicino a Isola d’Arbia. I genitori credono che sia stato ucciso e anche ieri a ’Chi l’ha visto?’ il loro avvocato Enrico Valentini ha chiesto che s’indaghi per fare chiarezza e arrivare a capire chi c’è dietro la presunta truffa sentimentale di cui sarebbe stato vittima per otto lunghi anni da parte di una sedicente fidanzata, Enriquetta. Due i colpi di scena: un cellulare che manca e di cui i genitori non conoscevano l’esistenza. "Non so se l’aveva tenuto nascosto", dice mamma Daniela. Scavando nel telefono del camionista ci sono infatti foto che lo ritraggono, svela ’Chi l’ha visto?’, con un altro cellulare in mano. Nel camion però non è stato trovato e, anzi, la cabina di guida era a soqquadro. Poi la segnalazione di un caso simile che riguarda un altro uomo che aveva intessuto da un anno, racconta con il volto coperto dal cappuccio, una relazione solo sui social con un’infermiera: Enriquetta di Saragozza che aveva studiato a Siena. Proprio come la fantomatica fidanzata di Casini. Anche in questo caso fotomontaggi con lei come quelli scoperti sul profilo di Simone. Non si è mai fatta vedere, accampando la scusa di non avere denaro per raggiungere l’Italia. "Gli ho chiesto se conosceva Simone. ’Non so chi sia’, mi ha risposto’", poi fa ascoltare l’audio registrato. La voce della ’sua’ Enriquetta viene messa a confronto con quella di un audio che ha la madre di Simone Casini. Per quest’ultima non è identica, per il padre del camionista sì. I tecnici comunque le compareranno. "Invito ad essere più furbi, se non ti danno un telefono o non incontri la persona preoccupati. Ci può essere quello forte come me oppure altri che fanno una brutta fine", lancia l’appello la vittima che vuole restare anonima.
"Facemmo un pranzo di Natale, doveva venire. Disse che era con Enriquetta (la presunta fidanzata, ndr) e poi vidi su facebook che era da solo a tavola", dice commosso il cugino Lorenzo. "’Mi servono 2500 euro entro stasera, questione di vita o di morte’, chiese. Presi tutto, era in una strada sterrata con il camion. Tremava, agitato. Dovevo tornare a Grosseto, andai via con l’amaro, capii che era impaurito. Non ho avuto il coraggio di chiedergli nulla, anche per paura. Poi mi mandò un audio dove diceva ’stai tranquillo, non vi dovete preoccupare, l’importante è che non vi scappi detto niente sennò viene fuori un macello che non finisce più’". A chi doveva dare questi soldi? Una continua ansia, agitava Simone. "Se aveva scoperto qualcosa? Su questo chiediamo indagini", ribadisce l’avvocato Valentini mentre la madre aggiunge che ad un altro aveva detto ’sei la mia unica salvezza’.