Camionista trovato morto: "Aveva denunciato il furto d’identità 3 mesi prima del decesso"

La segnalazione era stata formalizzata da Simone Casini ai carabinieri il 9 aprile 2022. Il 27 luglio venne trovato impiccato . L’avvocato Valentini: "Collaborazione con la procura".

Camionista trovato morto: "Aveva denunciato  il furto d’identità 3 mesi prima del decesso"

Camionista trovato morto: "Aveva denunciato il furto d’identità 3 mesi prima del decesso"

di Laura Valdesi

SIENA

Ancora i social. Tornano prepotentemente nel giallo della morte di Simone Casini, il camionista di 43 anni di Vivo d’Orcia trovato impiccato all’interno del mezzo pesante, per l’uomo una seconda casa, posteggiato in una piazzola poco distante da Siena, nella zona di Isola d’Arbia. Sui social aveva infatti intrattenuto per circa otto anni una relazione, solo virtuale, con una presunta fidanzata che diceva di chiamarsi Enriquetta, di fare l’infermiera abitando a Saragozza. Che è stata smacherata dalla procura: ha un nome e un cognome la donna che si celava dietro il volto di una bionda avvenente, un’immagine ’rubata’, secondo gli investigatori, da altri profili. Nome che non è quello con cui si presentava a Simone Casini. Vive in Italia, anche se in un’altra provincia. Ora è indagata nel fascicolo aperto dal sostituto Valentina Magnini per istigazione al suicidio.

I social, però, sembrano essere davvero un ’tormento’ per il trasportatore. Emerge anche da una denuncia sporta ai carabinieri della stazione di Campiglia d’Orcia, di cui Vivo è frazione, il 9 aprile 2022. Dunque circa tre mesi e mezzo prima che il corpo senza vita dell’uomo venisse ritrovato nel camion. Uno spunto investigativo interessante. "Anche la difesa cerca di aiutare la procura a scoprire cosa c’era intorno a Simone Casini e se ci sono state vessazioni nei suoi confronti", sottolinea l’avvocato Enrico Valentini che assiste i genitori del camionista, Ivano e la moglie Daniela. Una denuncia che parla esplicitamente di furto d’identità. Che sarebbe stata formalizzata il 9 aprile dopo la segnalazione avuta il giorno precedente da quella che definisce la sua fidanzata mentre lui si trovava nelle Marche per lavoro. Gli aveva mandato uno screenshot proprio sul furto d’identità. Il trasportatore lamentava di essere stato vittima di una sostituzione di persona. Qualcuno si era preso la briga, a suo dire, di cambiare la password per accedere ai profili social che gli appartenevano . E gli risultava, tra l’altro, che da qualche tempo nella posta elettronica comparivano impropriamente siti a luci rosse. E su Instagram lui risultava seguire donne di tutte le età, anche minorenni. Così aveva sporto denuncia per tutelarsi e soprattutto per fare chiarezza. Dando indicazioni per risalire all’eventuale autore del furto d’identità. Potrebbe essere interessante approfondire questo aspetto. In attesa di conoscere l’esito degli accertamenti in corso nel troncone principale dell’inchiesta. Il 3 luglio, infatti, scade il termine per il deposito della consulenza su telefoni, computer e anche un tablet sequestrati alla donna indagata nell’ambito del fascicolo per presunta istigazione al suicidio. Il consulente tecnico effettuerà la copia forense del contenuto esaminando e tirando fuori messaggi, sia scritti che audio, anche eventuali video che possano essere utili a fare chiarezza sulla vicenda. "Siamo in una fase interlocutoria quanto estremamente delicata", aveva commentato l’avvocato Valentini uscendo il 3 giugno da palazzo di giustizia dopo il conferimento dell’incarico.