"Insicurezza". È stata la parola più usata dai commercianti di via Camollia, all’indomani di una rissa, nel cuore del centro storico. Negli ultimi anni, via Camollia e via Montanini stanno affrontando una trasformazione evidente: sebbene molte attività abbiano chiuso, altre, perlopiù di carattere ’etnico’, sono state riaperte. A questo va accostata la crescente presenza di ’maranza’ e di giri di spaccio, un fenomeno che sta trasformando il volto della zona. I commercianti descrivono una realtà sempre più tesa, caratterizzata da episodi quotidiani di violenza e intimidazione. "La situazione sta peggiorando molto – racconta Andrea Perferi, proprietario della Enotabaccheria Puck in Camollia –. Un anno fa ho promosso una raccolta firme insieme a un’altra commerciante della zona. Poi l’abbiamo riproposta tra maggio e aprile 2024 per chiedere un incontro con il sindaco. Nei primi di giugno il sindaco ci ha ricevuti a Palazzo Pubblico. Abbiamo cercato di informare l’amministrazione senza fare polemiche, ma loro sembravano sorpresi dalla gravità della situazione da noi evidenziata".
Tra i punti sollevati nella raccolta firme e ribaditi da Perferi ci sono: sicurezza, decoro urbano e apertura indiscriminata di negozi etnici. "Ci sono spesso furti nelle case; la sera in via Montanini, via del Romitorio e vicolo di Malizia c’è spaccio. Alcuni hanno paura a parcheggiare. I problemi sono anche altri, di vivibilità più in generale e riguarda anche i rider, che fanno consegne con biciclette elettriche modificate, senza fari, caschi, e spesso contromano – ha detto il titolare della tabaccheria –. Per non parlare dei ‘maranza’: ogni pomeriggio provano a rubare al supermercato. Le cassiere chiamano le forze dell’ordine ma il fenomeno non si riesce ad arginare. Una volta hanno tirato vasetti di marmellata alle cassiere, un’altra volta hanno rovesciato uno scaffale. L’estate scorsa uno di loro ha anche estratto un coltello".
Oltre a chiedere maggiore sicurezza, i commercianti hanno sollecitato nel tempo un’ordinanza per vigilare sulle aperture in centro e aumentare i controlli sulle attività. "Abbiamo presentato al Comune un’ordinanza già attiva a Firenze e Lucca che vieta nuove aperture di negozi etnici nei centri storici, per preservare le attività locali – ha raccontato Perferi –. Ma il Comune ci ha risposto che è complicato, che non si può fare. Nel frattempo, in via Camollia hanno aperto altri cinque o sei negozi etnici. Un altro problema è la gestione dei rifiuti, un servizio totalmente fallimentare. Ci sono attività che non rispettano alcuna norma. Ho visto scaricare carne da auto non refrigerate e trasportarla con carrelli del supermercato, gocciolando sangue per strada". Perferi e altri commercianti si sono recati nuovamente in Comune meno di un mese fa, ma, per ora, non si registrano passi in avanti concreti.
Le preoccupazioni sembrano essere condivise da tutti, in particolare dagli esercenti ’storici’ di via Camollia e via Montanini. "Anche tra di noi commercianti si parla spesso di episodi preoccupanti. Le persone escono con le figlie, come si è sempre fatto in questa città, eppure si avverte una certa tensione – ha spiegato Simone Cencini, titolare della Bottega del Calzolaio in via Camollia –. C’è un senso di insicurezza, e non solo personale. Anche chi è accompagnato da un genitore o da una figura maschile percepisce un certo clima di spregiudicatezza". Furti e aggressioni, si afferma nella zona, sono ormai all’ordine del giorno. E la sensazione di insicurezza resta forte.
"Succedono cose che fino a pochi anni fa erano impensabili – ha commentato Marco Benci, proprietario di un negozio d’abbigliamento in via Camollia –. Non ci aspettavamo che certe cose potessero accadere anche qui. Si sentiva parlare di situazioni simili a Firenze, in altre città, e speravamo che Siena ne restasse fuori. So che i dipendenti del supermercato vengono spesso minacciati mentre lavorano. Chi lavora lì ha paura, davvero una brutta situazione".