
Alice D’Ercole alla manifestazione di ieri per le vie della città
Quattrocento persone in corteo a Siena per l’apertura della campagna referendaria. L’8 e 9 giugno saremo infatti chiamati a votare i cinque quesiti del referendum su lavoro e cittadinanza, e con una manifestazione accompagnata dalla Zastava Orkestar, il Comitato referendario di Siena ha aperto la propria campagna per il ‘Sì’. "È stato un bel corteo, eravamo circa 400 persone – ha commentato la segretaria generale della Cgil di Siena Alice D’Ercole –. Abbiamo fatto rumore in città e aperto una campagna elettorale per il voto. Il senso è sostanzialmente uno (poi ci sono i singoli quesiti) ed è restituire il diritto di esistere e di avere i diritti sociali e civili garantiti da questo Paese a chi qui vive, lavora e paga le tasse. E ai loro figli, che studiano accanto ai nostri e che molto spesso nemmeno hanno diritto di fare le stesse cose. E poi restituire dignità al lavoro, che poi è quanto contenuto nell’articolo 1 della Costituzione".
Ad aderire al Comitato referendario Cgil, Arci, Anpi, Centro culturale Mara Meoni, Cdc, Semi di pace, Libera, Sunia, Pd, Rifondazione Comunista, Refugees Welcome Italia, SiSolidal, Arcigay, Archivio Udi, Link, Auser e Sinistra Italiana-Avs. Il corteo si è concluso davanti alla Camera del lavoro con il comizio di Cassandra Rofi della Rete SiSolidal, della presidente provinciale dell’Anpi Silvia Folchi e del segretario generale della Cgil Toscana Rossano Rossi.
"Il primo punto, ovviamente, è che il voto è la massima espressione della democrazia di un Paese, e quindi la necessità di andare a votare – ha ribadito la segretaria provinciale D’Ercole –. Il valore intrinseco è comunque quello di poter fare democrazia. Abbiamo raccolto le firme per arrivare a questo referendum. Il senso di uno strumento referendario è proprio questo: la possibilità di modificare direttamente le norme. Senza delegare qualcuno, come avviene nelle elezioni. Qui si vota, e il giorno dopo le norme saranno diverse".
Eleonora Rosi