Cane ’avvelenato’ dalle esalazioni: salvato

Un cane salvato da un'area pericolosa grazie ai pompieri di Piancastagnaio. Entrato in una "puzzolaia", è stato rianimato con massaggio e autorespiratore. Veterinario ora al suo fianco. Controlli necessari per evitare incidenti simili.

Cane ’avvelenato’ dalle esalazioni: salvato

Il cane tirato fuori da quella che gli abitanti della zona chiamano ’puzzolaia’, con l’autoprespiratore dei vigili del fuoco

Il massaggio per rianimarlo. L’autorespiratore per fargli arrivare ossigeno nel tentativo estremo di recuperarlo alla vita. Non ci stavano a vederlo andare via a causa dell’anidride carbonica respirata entrando in un’area pericolosa. Non poteva certo leggere i cartelli, né vedere i segnali di pericolo, il cane che i pompieri del distaccamento di Piancastagnaio sono riusciti a salvare. Le sue condizioni restano critiche ma sta combattendo. Ed un veterinario ora si prende cura dell’animale. Che è finito all’interno di una mofeta, termine che indica quelle aree tipiche di territori vulcanici da cui si sprigionano gas che possono risultare letali. Esalazioni pericolose come, ricordano gli abitanti dell’Amiata, quelle che nel novembre 2018 avevano ucciso un cane da caccia che, inseguendo una preda, era finito vicino ai crateri a monte delle terme di Bagni San Filippo che tutti chiamano ’puzzolaie’. Un fenomeno conosciuto che, nel tempo, ha ucciso animali e anche persone. Nel 2002 molti ricordano il decesso di un cacciatore intento a salvare il suo cane stremato dagli effetti venefici del gas.

E’ stato il proprietario a chiamare direttamente la centrale operativa dei vigili del fuoco di Siena. Il suo cane era entrato nell’area pericolosa, in località Pietrineri, temeva che fosse morto. Vedeva la sua posizione perché aveva il gps. E’ stata mandata immediatamente una squadra dei pompieri di Piancastagnaio sul posto. Erano da poco passate le 9. Conoscevano bene i pericoli delle ’puzzolaie’, infatti per entrare nella zona pericolosa hanno indossato gli autorespiratori. Pochi metri all’interno dell’area recintata ed ecco che i dispositivi di allarme hanno iniziato a segnalare il pericolo. Il cane era poco distante, già a terra, in condizioni critiche. Sembrava senza vita. Ma l’hanno preso e portato in sicurezza, tentando di rianimarlo. Hanno provato con il massaggio. Una volta, ancora. E poi ancora. Gli hanno messo uno degli autorespiratori notando, alla fine, qualche segnale di ripresa. C’era speranza. Nel frattempo è giunto il veterinario che ha subito preso in carico l’animale. Che ora lotta per farcela.

Alla luce di quanto accaduto, nonostante l’area sia delimitata e con cartelli, sarà forse opportuno che vengano effettuati ulteriori controlli per capire se ci può essere una falla nella recinzione che, magari, finora non è stata notata.

La.Valde.