Poche settimane fa, a Palazzo pubblico ha sottoscritto il Piano Città di Siena con l’Agenzia del Demanio, presente il direttore Alessandra Del Verme. Un segnale, al di là del valore dei protocolli, per cercare di lavorare in maniera coordinata sui grandi immobili pubblici in cerca di destinazione: dall’ex Catasto a Vico Alto al Santa Chiara a porta Pispini, per citare due casi. Ora Michele Capitani, vicesindaco con delega all’urbanistica, affronta il nodo delle rilevanti proprietà di Banca Mps, svuotate di dipendenti dopo le riorganizzazioni degli ultimi anni e messe sul mercato.
In fase di redazione del Piano operativo (passato mandato amministrativo e passata gestione dei vertici della banca), Mps propose una soluzione che fu respinta al mittente: trasformare a residenziale la destinazione di alcuni dei più rilevanti complessi vuoti. La replica del Comune fu che non ci sono contrarietà alle trasformazioni, ma a patto che la richiesta sia supportata da progetti compiuti e non da generiche intenzioni. E così non se ne fece di niente.
Come muoversi adesso di fronte a tanti e importanti contenitori ormai inutilizzati? "Siamo a disposizione per ogni confronto – spiega Capitani –, la mole degli immobili di Banca Mps è tale da richiedere valutazioni attente in relazione alla collocazione urbanistica. Ribadiamo che, nel caso, ogni struttura ha bisogno di una propria valutazione, non si può procedere per passaggi di destinazioni generali".
Un percorso che peraltro Banca Mps non pare ora intenzionata a seguire. "Questo è il momento per parlare – auspica Capitani – perché dopo il Piano strutturale si renderà necessaria una variante al Piano operativo. E l’interesse pubblico è dialogare con chi ha proprietà così rilevanti, nell’ottica della riorganizzazione urbanistica della città. Partiamo dalla nostra visione ma aperti a ogni confronto, considerando che il Comune è portatore di una visione complessiva della città necessaria per provvedere a interventi importanti".
L’esempio è proprio quello del dialogo con l’Agenzia del demanio: "In quel caso il confronto è con un ente pubblico, ma il tema è analogo: come inserire nelle dinamiche cittadine grandi immobili non più utilizzati". Di recente si è conclusa un’operazione importante, con Banca Mps: l’accordo per lo sfruttamento del parcheggio dell’ex Centro elettronico di via Ricasoli, dove ormai è presente solo il Ced secondario della Banca, con il resto del personale ormai trasferito per lo più San Miniato. Una parte dell’area di sosta, da tempo inutilizzata, è passata sotto la gestione di Sigerico, per realizzare un nuovo punto di attracco alla città, con posti riservati anche ai residenti della Ztl.
"Quella è stata un’intesa molto importante – osserva Capitani –, abbiamo trovato una convergenza positiva con l’istituto di credito, che ci consente di fornire un’alternativa per l’arrivo nei pressi del centro storico, a turisti e cittadini senesi".
Ora la partita si sposta sui grandi immobili e soprattutto dopo l’approvazione del Piano strutturale, che traccia le linee generali della pianificazione urbanistica del Comune, si aprirà la partita del Piano operativo, che invece prevede gli interventi puntuali. Come quelli che eventualmente riguardano grandi immobili come quelli del patrimonio di Banca Mps.
Orlando Pacchiani