REDAZIONE SIENA

San Gimignano, detenuti intercettati: indagini vicine alla svolta

Le indagini sui fatti del carcere di Ranza

Polizia penitenziaria (foto d'archivio)

Siena, 5 maggio 2022 - La Procura di Firenze si sta apprestando a chiudere le indagini sui due agenti di polizia penitenziaria per fatti avvenuti tra il 2020 e il 2021 all’interno del carcere di Ranza a San Gimignano. Per i due, ora trasferiti in altre strutture penitenziarie, i reati ipotizzati a vario titolo sono violenza privata, accesso abusivo a sistema informatico, violazione di sigilli, intercettazione o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, riguarda in particolare la posizione di un ispettore 52 anni oggi sospeso (e in attesa dell’udienza per l’esame del ricorso presentato dal suo legale) che, in base a quanto ricostruito, avrebbe intercettato illecitamente i colloqui tra alcuni detenuti di Ranza.

L’uomo avrebbe registrato poco meno di 10 conversazioni telefoniche dei carcerati fra il 2020 e il 2021 archiviando i file audio nel suo computer, inclusa almeno una conversazione fra alcuni detenuti e il direttore del carcere Giuseppe Renna. E’ indagato anche per abuso di ufficio perché, fuori dai casi previsti dalle legge, avrebbe intercettato anche colloqui tra i detenuti all’interno delle celle: sarebbero stati 156 nel novembre 2020, senza alcuna autorizzazione. Inoltre, quando la sua casella di posta era già stata sequestrata, sarebbe entrato all’interno abusivamente, cambiando la password e utilizzando la posta per ragioni personali. Più leggera invece la posizione dell’altro indagato, un commissario capo, 40 anni, accusato di violenza privata. Sarebbe stato lui a svelare al direttore, che il suo lungo colloquio con più detenuti del 21 marzo 2021 era stato registrato, minacciando denunce e di rendere pubblico il contenuto inviandolo ad un’emittente televisiva. Nei prossimi giorni la Procura di Firenze potrebbe chiudere le indagini e decidere se chiedere il rinvio a giudizio.