di Laura Valdesi
"Il ministro Carlo Nordio non se l’è fatto dire due volte e ha accettato", svela Antonio Ciacci, presidente dell’Ordine degli avvocati di Siena. Il ’gancio’ per portare in città il titolare del dicastero è stato l’ex procuratore Salvatore Vitello, per sette anni nella nostra città, che ieri ha moderato l’evento alla cripta di San Francesco dell’Università sulla ’Funzione della pena e i percorsi di risocializzazione’. "Un tema che interessa tutta la società civile e nel corso dell’evento verrà raccontata dal professor Gianluca Navone anche la bella storia di un detenuto di Ranza che si è laureato, conseguendo la triennale, nonostante l’ergastolo ostativo. Ha trovato uno scopo per vivere in quella che è considerata la morte civile. Una bella testimonianza, al di là degli slogan, che si può operare a favore del recupero dei detenuti", premette Ciacci prima che l’arrivo del ministro monopolizzi la scena.
"Per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri – va subito dritto al cuore del tema il ministro Nordio – stiamo agendo in tre direzioni. Per i detenuti tossicodipendenti, che spesso sono più ammalati che criminali, stiamo pensando a delle forme di detenzione differenziata nelle comunità, per quanto riguarda gli stranieri, un terzo della nostra popolazione carceraria, la strategia è di far espiare la sanzione residua, o quantomeno in parte. Sono più di 25mila in Italia e se riuscissimo a riportarne a casa anche un terzo sarebbe un’ottima deflezione. Infine la custodia cautelare: anche qui più del 20% dei carcerati è in detenzione preventiva e non in espiazione di una condanna definitiva e quindi intervenendo sulla limitazione della custodia cautelare che può essere resa alternativa con forme che già esistono". Ripete a margine, più tardi nella conclusioni quando sono già le 19,30, che "occorre poi creare spazi all’interno delle carceri perché costituiscono i presupposti per lavoro e sport che sono fondamentali per la rieducazione dei detenuti e per rendere meno tesa l’atmosfera carceraria e da ultimo stiamo lavorando anche per trovare lavoro ai detenuti una volta usciti, con il progetto ‘Recidiva 0’". Le condizioni in cella evocano subito i disagi del carcere fiorentino di Sollicciano. "Ci sono situazioni che si sono sedimentate nell’arco di decenni e sarebbe ingannevole affermare che abbiamo la bacchetta magica per risolverle in poco tempo", osserva il ministro Nordio. Che rilancia: "Quando le situazioni sono radicate per varie ragioni la soluzione non è facile però ce la stiamo mettendo tutta".
Ma il tema ’caldo’, convitato di pietra, resta quello delle tensioni fra il ministro e l’Associazione nazionale magistrati. Non solo per la separazione delle carriere – "Si va avanti", dice all’indomani del primo voto in commissione affari costituzionali della Camera – ma anche per la richiesta di Nordio di un passo indietro della magistratura dopo l’"esondazione" da parte delle toghe, secondo il titolare del dicastero della giustizia. "Stiamo cercando di conciliare al massimo quelle che sono state le tensioni oscillanti di questi ultimi tempi", non si è sottratto ieri Nordio, sollecitato sui rapporti tra magistratura e politica. "Domenica interverrò da remoto al congresso di Magistratura Democratica e – annuncia – porterò un leitmotiv di collaborazione anche se abbiamo idee diverse su tanti punti. Penso che dovremo trovare una convergenza soprattutto sul funzionamento della giustizia che è la cosa sulla quale è irragionevole dividerci. In questo senso le prospettive sono buone, dieci giorni fa ho ricevuto i vertici dell’associazione nazionale magistrati e, accantonando gli argomenti sui quali non siamo d’accordo, abbiamo cercato di concentrare le nostre forze sugli argomenti che ci uniscono: l’efficienza della giustizia e l’assunzione dei magistrati e, infine, sull’intelligenza artificiale che rivoluzionerà la giustizia".