"Cimici e peggioramento della situazione igienico-ambientale nel carcere di Sollicciano: condizione contraria ai principi di umanità della pena". Lo ha denunciato il presidente della corte di appello Alessandro Nencini alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 di Firenze. Ma ha anche riconosciuti che ci sono realtà, come appunto quella di Siena, dove la situazione è ben diversa e vengono adottate importanti iniziative in favore dei detenuti. Esistono infatti nel distretto toscano di corte di appello "vere e proprie eccellenze, come Volterra e Gorgona", ha anche evidenziato Nencini, a cui vanno aggiunte "la positiva esperienza del lavoro (retribuito) sull’isola di Pianosa e di quello (gratuito) in base ai protocolli sui lavori di pubblica utilità nelle sedi di Siena e Livorno, i ‘Poli universitarì di Prato, Pisa e Siena, il trattamento avanzato all’istituto ‘Mario Gozzinì e ad Arezzo".
Un riconoscimento importante quello del presidente della Corte di appello al carcere di Santo Spirito ma non solo, anche a Ranza. Perché è nel primo che vengono coinvolti i detenuti in lavori di pubblica utilità. E’ successo in passato con la pulizia delle aree verdi. E di recente c’è chi ha avuto la possibilità di seguire i corsi organizzati dalla Città dei Mestieri delle Contrade per imparare ’arti’ che altrimenti andrebbero perse e invece servono alla conservazione della tradizione. Importante anche l’attività di studio che i carcerati anche a Ranza possono svolgere, cercando di guardare al futuro una volta scontata la pena. Di qui l’impegno dell’Università di Siena che ha già dato frutti importanti e più volte evidenziati.
Il più grande istituto della Toscana, Sollicciano, dove finiscono anche le donne arrestate nella nostra provincia, presenta gravissimi problemi dal punto di vista edilizio e di mantenimento di adeguate condizioni climatiche al suo interno, con problemi di vivibilità che si ripropongono annualmente (calura estiva particolarmente accentuata, perdite d’acqua, topi, umidità e sporcizia).