Siena, 22 ottobre 2022 - Il primo passo è stato istituire un tavolo tecnico, poi un vademecum di buone pratiche e infine veri e propri interventi strutturali: il tutto in nome del risparmio energetico. L’Università degli Studi muove i suoi primi importanti passi, come fa in questo momento qualsiasi famiglia, ma su larga scala, per affrontare il ‘caro bollette’. Due settimane fa la governance dell’ateneo ha istituito un tavolo tecnico per studiare la situazione e pianificare la strada da percorrere: ne fanno parte i due rettori (quello in scadenza, Francesco Frati, e il nuovo, Roberto Di Pietra), il delegato alla sostenibilità e l’Ufficio tecnico dell’ateneo, insieme al direttore generale. Da qui è uscito un documento di ‘buone pratiche’ e poi ‘misure’, accorgimenti strutturali volti al risparmio di luce e gas nei 10-12 plessi cittadini di proprietà dell’Università di Siena, una grande famiglia con un patrimonio immobiliare importante e assai costoso. Il documento è stato presentato e approvato ieri dal Consiglio di amministrazione.
"Abbiamo fatto una stima dell’incidenza dei costi per luce e gas sull’anno 2022 – spiega Emanuele Fidora, direttore generale dell’Università di Siena - alla luce delle tariffe attuali e avremo un aumento del 200 per cento: a inizio 2022 la stima, in base alla spesa dell’anno scorso e dei precedenti anni, era di 2 milioni di euro fra gas ed elettricità; chiuderemo invece il bilancio quest’anno con 6,5 milioni di euro di fatture a fronte delle bollette. Tenendo conto che i plessi sono tanti, che la didattica non può risentirne e che ci sono spazi, come i laboratori, che non possono fermarsi, risparmiare sarà difficile. Metteremo comunque in atto una policy di ateneo volta a risparmiare anche un euro, tutto il possibile". La campagna anti-spreco scatterà dunque già dalla prossima settimana quando sarà diffuso fra i dipendenti il vademecum delle buone pratiche, con 10 punti: sono gli accorgimenti personali che tutti dovremmo attuare, dal ricordarsi di spengere luce, computer, stampante e video a fine lavoro, a non lasciare aperto un rubinetto dell’acqua. Insieme ai piccoli accorgimenti individuali, ci sono le grandi manovre dell’ateneo: a partire da quelle che poggiano sulla temperatura. Allora, da quando scatterà l’accensione del riscaldamento (possibile dal 22 ottobre ad Arezzo e dall’8 novembre a Siena) l’indicazione del tavolo tecnico, seguendo la norma nazionale, è di fissare il termostato a un grado in meno rispetto l’anno scorso; il riscaldamento poi sarà acceso un’ora più tardi la mattina e sarà spento un’ora prima invece la sera, ovvero fra le 17 e le 18, in base all’orario dei vari plessi.
E non finisce qui: tutti i plessi e ambienti saranno chiusi agli utenti il sabato e la domenica (fatta eccezione per gli indispensabili). Ad oggi, anzi già col Covid, le lezioni erano state interrotte nel weekend, ma alcuni plessi prevedevano ancora l’apertura il sabato mattina.
D’ora in avanti invece resterà aperto solo il polo di San Miniato, dove sono i laboratori. Per quanto riguarda le sale di lettura e studio, delle due aperte oggi nel weekend - Sala Rosa al polo Mattioli e San Francesco - ne resterà aperta solo una: in accordo con gli studenti dunque chiuderà la Sala Rosa e per tutti sarà possibile usare, sabato e domenica, la sala lettura e biblioteca di San Francesco, che vedrà aumentare i posti disponibili fino a 220. Infine, i master che fino ad oggi prevedevano lezioni il venerdì e il sabato nei vari Dipartimenti, saranno accorpati in un’unica sede il sabato mattina. Ultimo ‘piccolo’ ma significativo accorgimento volto al risparmio è la sostituzione degli asciugamani elettrici con salviette di carta. "Il tavolo tecnico sarà permanente e sempre vigile – aggiunge il direttore Fidora -. Per il momento ci aggiorneremo a novembre-dicembre quando arriveranno le nuove bollette e capiremo il punto di caduta e se gli interventi possono bastare. Altrimenti dovremo pensare ad altro, ma siamo fiduciosi".