di Laura Valdesi
SIENA
Aveva fatto un sogno. Il figlio della donna sarebbe rimasto vittima di un incidente. Un fatto gravissimo che la cartomante, però, sosteneva di poter scongiurare. Serviva un particolare rito propiziatorio e la tragedia poteva essere evitata. Occorreva denaro per l’intervento. Che la madre del ragazzo, facile immaginare con quale angoscia, aveva consegnato alla presunta maga ricaricando una card postepay per 300 euro. L’inizio di un’odissea e della richiesta pressante di altri soldi, terminata con la denuncia alle forze dell’ordine. Saranno proprio queste ultime a ricostruire davanti al giudice Francesco Cerretelli le mosse della cartomante che vive nella provincia di Arezzo. Il processo a Siena si è aperto ieri con l’ammissione delle prove. Ed il rinvio per ascoltare i primi quattro testimoni. Non si è costituita parte civile la vittima ma sicuramente verrà ascoltata in aula perché il suo racconto è fondamentale. Truffa e tentata estorsione i reati contestati all’imputata, assistita dall’avvocato Francesca Martini.
I figli sono pezzi di cuore. Per loro i genitori fanno tutto. Anche cercare di ’salvarli’ da un pericolo che era in realtà solo immaginario. Ma chi lo aveva descritto e paventato, la cartomante ora a processo, era stata abile. Era l’ottobre 2021, c’era stato un primo versamento. Trecento euro. Non aveva mollato la presa. E aveva iniziato a mettere sotto pressione la signora giocando sui suoi sentimenti. C’è un’altra persona, questa volta però una donna, che rischiava di restare coinvolta con il figlio nel fantomatico incidente, le aveva raccontato. Forse lei stessa, oppure qualcuno molto vicino. Era riuscita, con questa scusa, ad ottenere un’altra ricarica dello stesso importo. Sempre nella card intestata al compagno dell’imputata. Non si era fermata neppure questa volta, contestando alla signora senese il mancato pagamento di qualche centinaio di euro per un rito svolto in suo favore. La vittima, in realtà, aveva versato tutto ma, nel dubbio, c’era stato un secondo pagamento identico per saldare il presunto debito.
Ormai non la mollava più. Ma la donna aveva capito con chi aveva a che fare. E si era ribellata. Non rispondeva più al telefono alla cartomante e non desiderava prestazioni di alcun tipo da lei. Così aveva reagito registrando una telefonata, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, minacciando la vittima di far sapere al compagno cosa si erano dette. Soprattutto di denunciarla per diffamazione. Erano spuntate persino delle mail di un sedicente legale di cui doveva pagare il conto se voleva chiudere ogni potenziale contenzioso. Versando ovviamente come risarcimento per il suo comportamento oltre 2mila euro. Di più: il figlio della donna frequentava un’associazione sportiva che la maga si diceva pronta a contattare sempre attraverso il proprio legale. per riuscire nel proprio intento non aveva esitato a telefonare alla signora anche venti volte in un giorno, unitamente all’invio di messaggi whatsapp. Persino sul luogo di lavoro l’aveva cercata. Telefonicamente. Troppo da sopportare. Il vaso era colmo. Aveva raccontato la sua storia soprattutto perché altri non cadessero nella rete di chi non esita a giocare sui sentimenti, approfittando magari di fragilità momentanee e problemi che, ognuno di noi, incontra nella vita.