Un sistema di fatture false per reimpiegare ingenti quantità di denaro di provenienza illecita in Toscana attraverso società operanti nei settori commerciale e immobiliare. È quanto scoperto nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla finanza, e coordinata dalla Dda di Firenze, che ha portato all’esecuzione di 34 misure cautelari. Sottoposti a sequestro preventivo beni per 8,3 milioni di euro. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione a delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, intestazione fittizia di beni ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, con l’aggravante di aver favorito l’associazione camorristica del clan dei Casalesi. Contestati illeciti anche a 23 società. A far scattare le indagini, numerosi investimenti immobiliari e commerciali effettuati nel 2016 in provincia di Siena da due commercialisti campani, affiancati da un architetto fiorentino originario del Casertano, ritenuti contigui ad ambienti della criminalità organizzata campana.
CronacaCasalesi in Toscana, fatture false per riciclare Tutto è partito da Siena