
Case per gli studenti La grave crisi di oggi innescata dalla strategia del Dsu regionale
di Paola Tomassoni
"Quale futuro per la residenza universitaria? Vorrei fosse questo uno degli argomenti di confronto della campagna elettorale. Perché dall’accoglienza degli studenti dipende l’attrattività dei nostri atenei e della città stessa, che ruota attorno alle sue università", dice Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri. Si parla di studentati e della carenza attuale di posti alloggio: "Già all’inaugurazione dell’anno accademico ho lanciato l’emergenza – prosegue il rettore -, che riguarda tutta la Toscana. Con il Dsu, l’Università degli studi e con la Fondazione Mps stiamo cercando soluzioni, coscienti che ci sono anche investitori privati interessati, ma fermo restando la garanzia di almeno un terzo dei posti agli studenti che ne hanno diritto per situazione economica o merito".
Da qui parte l’ennesima riflessione: la centralizzazione dei servizi non sempre giova. La premessa si adatta alla storia di oggi, quella degli studentati universitari. Gli studenti rappresentano una fetta molto importante degli ospiti della città e sono risorsa imprescindibile per Siena. Ripercorriamo dunque la storia del Dsu a Siena - Azienda regionale Diritto allo studio universitario -: l’azienda oggi ha sede a Firenze e mantiene a Siena solo un ufficio periferico, non ha più una squadra propria che segue le manutenzioni e non giova più di appoggio economico locale. In ambito di Diritto allo studio nel 1993 la Regione Toscana istituisce tre Aziende Dsu, alle quali vengono affidate in gestione le residenze studenti delle tre macroaree sedi di Università, dunque Siena, Pisa e Firenze. In precedenza la gestione degli studentati era affidata agli atenei stessi, poi ad associazioni intercomunali ed infine ai Comuni sedi di università.
Nel 2008 poi la svolta: i tre Dsu lasciano spazio ad un’unica azienda regionale, che oggi gestisce (male) 34 residenze in tutta la Toscana. Solo a Siena ci sono 10 residenze universitarie, con 1.400 posti letto sulla carta, ma solo la metà sono oggi disponibili. Un passo indietro e vediamo come era ieri, ovvero prima del 2008 e prima del Dsu unico. Nel 1994 iI Dsu Siena è stata la prima azienda a partire: aveva entrate, nel bilancio di previsione, per circa 8 miliardi di lire (5,7 miliardi da contributi regionali e 2 da ricavi di servizi); le borse di studio erano poco più di 700, a fronte di 650 posti letto a disposizione in 9 residenze. C’erano poi 2 mense (Sant’Agostino e Sallustio Bandini) con 500mila presenze all’anno. Nei successivi 14 anni (fino al 2008), il quadro cambierà: nel 2008 le residenze passano da 9 a 15 e risultano tutte ristrutturate; ai 650 posti letto del 1994 se ne sono aggiunti altri 855, che portano il totale a 1.505 (1.480 a Siena e 25 ad Arezzo); le mense diventano 5 e i pasti serviti passano da 350mila a 900mila l’anno; i dipendenti invece scendono da 174 a 106 nel 2008.
Negli anni del Dsu Siena sono stati investiti 25 miliardi di lire sulle strutture (15 dalla Regione e 10 da risorse proprie) fra 1995 e 2000 e 38 milioni di euro fra 2001 e 2008 (21 da Regione, 5 milioni dal Ministero, 2 da FMps e 10 da budget aziendale). In quegli anni il Dsu Siena acquista e ristruttura la sede di via Mascagni, dismettendo tutti i locali in affitto; ristruttura le residenze di Fontebranda, via Mattioli, San Marco, Sperandie, XXIV Maggio e Porrione; vengono costruite ex novo le due di San Miniato, Arezzo, Tognazza, Piccolomini, Viale Sardegna e Uopini. Nel 2009 la Regione unifica il Dsu a Firenze. D’allora tutti i numeri arretrano, compreso quello degli studenti: ogni anno si registra un calo di 3-400 matricole. Di questo passo il gap fra disponibilità e domande si risolverà da solo.