Un copione già visto, con il pm Siro De Flammineis a sostenere l’accusa rintuzzando gli attacchi dello stuolo di avvocati che difendono gli imputati del processo nato per aver acceso i fari sull’attività del magnate kazako Igor Bidilo. Un braccio di ferro che è avvenuto sin dalla fase dell’udienza preliminare e che in aula non cambia. Ieri avrebbero dovuto essere sentiti i primi cinque testimoni, i finanzieri che svolsero gli accertamenti a seguito dei quali si è giunti alla contestazione del reato di autoriciclaggio a Bidilo. Il collegio Spina infatti aveva deciso di procedere per imputazioni, partendo proprio da questa. Ma quando erano ormai quasi le 14 l’udienza è terminata senza che neppure la deposizione del primo testimone, il colonnello Doriano Primiano Di Salvatore, fosse completata. Sono poi saltate, una dietro l’altra, le udienze già fissate (17 aprile, 15 e 29 maggio) essendo stata chiesta una proroga per concludere le operazioni peritali relative alla trascrizione delle intercettazioni. Scade il 19 giugno per cui si riparte il 10 luglio per ascoltare il perito e proseguire con l’esame del colonnello della Finanza che condusse insieme ad alcuni colleghi l’inchiesta sul ’re’ dei locali di Piazza. Che rischia, vista la mole di testimoni da ascoltare, di durare moltissimo. A maggior ragione se ci dovessero essere cambi nella composizione del collegio, ora presieduto da Spina, per eventuali cambi di ruolo o trasferimenti. La.Valde.
CronacaCaso Bidilo, il processo non decolla