
Il 12 settembre 2009 il suo cuore si fermò. Dodici giorni dopo si sarebbe dovuta laureare alla facoltà di Architettura di Firenze. Esami fatti, tesi pronta. Ma quella sera verso le 20, mentre si trovava in casa con le sue coinquiline e stava decidendo cosa cucinare per cena, il suo cuore smise di battere. A far crollare in terra Caterina Socci, oggi 36enne, fu, dissero i medici, un’aritmia. Un gravissimo arresto cardiaco. Caterina però si salvò e, dopo circa un anno e mezzo di coma, riuscì a riaprire gli occhi e a sorridere. Quel sorriso fu indirizzato anche agli occhi del padre, il giornalista senese Antonio Socci. Il 21 dicembre, quattro giorni prima di Natale, Caterina ha ripreso lì da dove la sua vita si era fermata. Riuscendo a discutere alla facoltà di Architettura di Firenze, quella tesi interrotta dodici anni prima. La notizia della sua laurea è stata raccontata dal consigliere comunale Bruno Valentini, zio di Caterina.
"La sua vita – ha scritto Valentini sul proprio profilo – poteva interrompersi lì. Ma da vera guerriera quale è, ha trovato la forza di rialzarsi ed anche grazie all’amore della famiglia, ai progressi della scienza e ad una incrollabile fede, è andata avanti. È un faticoso cammino che suo padre Antonio ha magistralmente raccontato nei libri che le ha dedicato. Ma un passo dopo l’altro Caterina sta dimostrando al mondo intero cosa può ottenere la forza di una donna, nonostante la tempesta". Caterina, dopo essere uscita dal coma ha seguito un lungo percorso di riabilitazione, seguita dall’affetto costante della famiglia. Un viaggio, per certi versi durissimo, che il padre ha raccontato in ‘Caterina. Diario di un padre nella tempesta’ e in ‘La casa dei giovani eroi. Storia di Caterina e altri guerrieri’.