Diego Mancuso
Cronaca

La scalata di Cecilia Ciolfi, a 31 anni è già magistrato. “Realizzato il mio sogno”

Una straordinaria testimonianza di una ragazza che si è messa in gioco. Dal liceo scientifico Sangallo a Sinalunga fino alla carriera togata

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Cecilia Ciolfi

Sinalunga (Siena), 24 novembre 2024 – La definisce una “passione innata, scattata non in un momento esatto, senza essere figlia d’arte, né avere nessuno in famiglia che abbia svolto quel tipo di studi”. E dunque non stupisce che definisca il raggiungimento del suo obiettivo come “il coronamento di un sogno” che le ha provocato “una felicità ancora da metabolizzare”. In una società che ammette per i giovani l’ambizione di diventare influencer, gioire per essere entrata nella ‘macchina’ dello Stato può sembrare quantomeno singolare.

Ma l’entusiasmo di Cecilia Ciolfi, di Sinalunga, neo-magistrata ad appena 31 anni di età, è talmente profondo, genuino, da non apparire fuori dal tempo. Appena entrata in servizio presso il Tribunale di Firenze il 22 ottobre, la neo-togata ha alle spalle un brillantissimo corso di studi. Diplomata allo scientifico ‘Sangallo’ di Montepulciano nel 2018 si laurea in giurisprudenza all’Università di Firenze, svolge il tirocinio in affiancamento ad un magistrato, ottiene l’abilitazione alla professione di avvocato, poi comincia a vincere concorsi pubblici. Così all’inizio del 2022 diventa addetta all’ufficio per il processo, nuova figura creata per istituire equipe di specialisti incaricati di affiancare i giudici per velocizzare i tempi della legge. “Un’esperienza utilissima, per sviluppare una competenza più ampia e profonda in materia di giustizia, un lavoro che avrei continuato volentieri” commenta Ciolfi; ma intanto arriva il concorso per diventare magistrato, uno dei più impegnativi dell’intera gamma della pubblica amministrazione. E qui la neo-magistrata sfoggia una prestazione da fuoriclasse, superando addirittura per ben due volte consecutive, nelle more della correzione degli elaborati, la difficilissima prova scritta. Ora, come detto, finalmente l’ingresso nella carriera che, per l’eccellente piazzamento in graduatoria (60a su 599 magistrati entrati in servizio), potrebbe anche proseguire in Toscana. Ma la donna magistrato di Sinalunga ha le idee molto chiare: “Non trovo riscontro, nella magistratura che conosco io, delle critiche che le vengono mosse; anzi, questo rapporto conflittuale tra poteri dello Stato, che va avanti da trent’anni, mi infastidisce. Quello che qualcuno prova a fare credere è totalmente diverso dalla realtà: i magistrati lavorano tanto e non conducono una vita da privilegiati, nemmeno sotto il profilo economico”.

E che non sia una difesa ‘corporativistica’ lo dimostra la scelta di un modello a cui ispirarsi: è il giudice con cui ha svolto il tirocinio, “in lui ho trovato professionalità, integrità morale, delicatezza, umanità, capacità di rapportarsi in maniera corretta con tutti gli interlocutori. Era il primo magistrato che vedevo al lavoro, ha rafforzato tutte le mie opinioni”.