Il Tribunale Superiore mette la parola fine alla ormai nota vicenda del tubone di Colle con la sentenza notificata il 29 settembre al Comune di Colle. "Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sentenzia – afferma Luca Miris, legale rappresentante della società proponente del progetto – l’impianto idroelettrico di Colle si farà". Così, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (Tsap) non ha accolto il ricorso del Comune di Colle appoggiato da Italia Nostra, sull’autorizzazione rilasciata dalla Regione Toscana al prelievo dell’acqua dal fiume Elsa per il progetto di produzione di energia idroelettrica "progetto del tubone" proposto dalla società Pvg. "Il Tribunale - afferma in una nota il Comitato civico elsa viva – ha decretato che il tubone si farà, con buona pace del nostro Parco Fluviale Di Colle Val D Elsa. Sapevamo che il ricorso sarebbe stata una strada difficile, in un periodo in cui in nome dell’energia tutto è concesso, in tante persone hanno creduto in questa causa, le ringraziamo tutte, purtroppo non è stato sufficiente". "L’auspicio- afferma Miris – è che il Comune di Colle non decida di rimandare il problema alla nuova giunta, impugnando pretestuosamente entro 60 giorni dalla notifica avvenuta ieri, unicamente per motivi di natura politica, la già perentoria sentenza di fronte alla Suprema Corte di Cassazione, azione che potrebbe fare slittare ulteriormente l’inizio dei lavori con tutte le conseguenze del caso tra cui l’accumulo di un ulteriore ritardo per la preziosissima produzione di energia elettrica rinnovabile di cui il nostro paese tanto necessita". Speranza disattesa perché il prode Donati non demorde. "La realizzazione del tubone è ora più probabile – commenta il sindaco Alessandro Donati – La sentenza, appena pervenuta agli Uffici, ad una prima lettura suscita notevoli perplessità, e che l’Ente procederà celermente ad un suo più approfondito esame nei prossimi giorni ai fini della sua eventuale impugnativa in Cassazione. Rimane il rammarico per la scarsa considerazione delle ragioni addotte dall’Amministrazione e dalla Città che subirà un danno enorme nel suo patrimonio storico e ambientale". Un’aspra diatriba che fa ancora discutere, quindi. "I motivi del ricorso sono ‘infondati’ ed ‘inammissibili’ – si legge nella sentenza, suggerisce Miris – Il progetto è ben fatto e tiene conto di tutte le possibili criticità! Tutto verrà fatto salvaguardando ogni aspetto".
Lodovico Andreucci