Il Sabbione con l’erba è un ossimoro, una "meraviglia indescrivibile" scrivono quelli di Barba ovale sui social, specificando a scanso di equivoci "non generato con l’Intelligenza artificiale". Eh sì, perché quel campo per decenni è stato un simbolo talmente romantico di dedizione e passione sportiva da essere protagonista dello spot di risonanza planetaria di Land Rover, in occasione della Coppa del mondo di rugby del 2015. "Siamo sempre stati i più forti di tutti nelle mischie su quel terreno – racconta Antonio Cinotti, che ha vissuto in prima fila tutta la storia del Cus Rugby – . Ma tre anni fa il Romagna rugby ci mise in difficoltà. L’allenatore ci confidò che da una settimana si allenavano sulla spiaggia di Marina di Ravenna, per abituarsi al nostro terreno".
Sulla sabbia, appunto. Quella ora svanita sotto il nuovo manto erboso che pare nemmeno vero e che rappresenta il punto finale di una storia contorta: dai guai arrivati subito negli anni ’90, con il fallimento della ditta che aveva determinato problemi agli scarichi, al sottodimensionamento degli spogliatoi, di appena 18 metri quadri, invece dei 33 previsti dalle normative Coni, per ospitare 22 atleti non esattamente esili, per lo più.
Anche qui si narrano aneddoti che si spera di consegnare alla storia. "L’anno scorso, per un controllo antidoping, ci fu chiesta una semplice stanza per sistemarsi – ricorda Cinotti –. Non credevano alle nostre parole quando dicemmo che oltre agli spogliatoi non c’era alcun luogo per ospitarli...". La procedura per sistemare il campo non è stata semplice: fu affidato da subito al Cus nel 1994, nel 2018 tornò al Comune, unico modo per sistemarlo con l’investimento dell’amministrazione grazie, poi, anche al Pnrr. "Il Comune nei vari assessorati ci è stato vicino – afferma Cinotti – per noi questo è uno straordinario risultato, quasi non ci pare vero".
Perché un po’ di magone c’è, per quel Sabbione che era diventato un marchio di fabbrica, ma in realtà a trovare spazio è soprattutto l’orgoglio per poter offrire un campo all’altezza al campionato di Serie B. E per recuperare quel settore giovanile azzerato con il trasferimento a Gracciano durante i lavori.
"Siamo arrivati ad avere anche 250 iscritti – afferma Cinotti – e ho sempre guardato con ammirazione e gratitudine ai genitori che portavano i loro figli ad allenarsi al Sabbione. Ora avremo un impianto tutto nuovo e tutti gli allenatori sono già sintonizzati sull’idea di portare il massimo rispetto al campo: cercheremo comunque altre soluzioni, eviteremo magari di allenarci in caso di particolari condizioni meteo, sfrutteremo le zone verdi ai margini del campo e le aree mèta".
Il nuovo campo si inserisce peraltro in un contesto profondamente rinnovato. Accanto al campo da rugby stanno nascendo gli impianti per l’arrampicata sportiva e la pista da skate, ci sono il percorso per le Bmx, il campo Bertoni affidato al Siena, la piscina, il velopattinodromo, il campo per il tiro con l’arco. Una concentrazione di attività cui al momento non si accompagna un’adeguata dotazione infrastrutturale. L’area di parcheggio è in più punti in pessime condizioni, oltre a presentare spesso la presenza di camper e (almeno in apparenza) la necessità di controllare i mezzi in sosta da lungo tempo.
A Palazzo pubblico avrebbero iniziato a valutare possibili ampliamenti nelle zone adiacenti agli impianti, per accogliere i molti frequentatori delle varie strutture e consentire il ripristino dell’area attualmente disastrata. Uno sforzo che pare necessario. Poi, ma questo è più semplice, ci sarà da trovare un nuovo nome al (fu) Sabbione.