Chat degli orrori, cala il sipario. Perdono giudiziale per 19 minorenni con video e filmati choc sui cellulari

L’inchiesta ’The Shoah party’ era scaturita dalla segnalazione di una madre senese ai carabinieri. Ieri udienza preliminare a Firenze conclusa con il ’non luogo a procedere’. Hanno capito il disvalore dei fatti .

Chat degli orrori, cala il sipario. Perdono giudiziale per 19 minorenni con video e filmati choc sui cellulari

Chat degli orrori, cala il sipario. Perdono giudiziale per 19 minorenni con video e filmati choc sui cellulari

di Laura Valdesi

SIENA

"Mai avrei pensato di aprire un vaso di pandora così grande", aveva confessato a La Nazione la madre senese che con la segnalazione ai carabinieri del nucleo investigativo di Siena aveva dato il via all’inchiesta sulla chat degli orrori. Così era stata ribattezzata perché attraverso di essa nei cellulari di minorenni di tutta Italia, dalla Calabria al Piemonte, alla Lombardia, fino alla nostra città, erano circolate immagini, foto e frasi scioccanti. ’The Shoah party’, il nome della chat di cui era amministratore un sedicenne piemontese, assistito dall’avvocato Stefano Tizzani del foro di Torino. Da lui si erano recati gli uomini dell’Arma di Siena per le perqusizioni, poi estese in altre regioni d’Italia.

Si inneggiava ad Hitler, a Mussolini e a Bin Laden nei filmati trovati nei cellulari dei ragazzini. Si istigava all’odio razziale, esaltando l’uso della violenza, la discriminazione razziale, l’antisemitismo. Innumerevoli i documenti dove bambine di pochi anni venivano abusate da adulti, si schernivano i piccoli malati e disabili. Poi le torture agli animali. Un caleidoscopio degli orrori, appunto. Fra gli indagati dalla procura presso il tribunale dei minorenni 19 adolescenti per i quali ieri è calato il sipario su una vicenda giudiziaria che ha scosso la loro vita e quella dei genitori, quando hanno scoperto dell’inchiesta. Tre i senesi coinvolti, perché avevano nel telefonino video con violenze sessuali su bimbe di pochi anni e fra minori, in un caso era stato mostrato ad un altro ragazzino. In un altro invece il video sarebbe stato divulgato a terze persone. Una vicenda che aveva portato all’attenzione della comunità l’uso del web e del social fra giovanissimi e la difficoltà per i genitori di gestirlo. Gli imputati erano stati interrogati durante le indagini ed avevano dimostrato di aver capito la gravità dei fatti che venivano loro attribuiti. Ieri per i 19 imputati, fra cui i tre senesi, assistiti dagli avvocati Lucia Vichi, Silvia Monfardini, Maurizio Forzoni e Carlo Pini, si è svolta l’udienza preliminare a Firenze. Per tutti è arrivato il non luogo a procedere per perdono giudiziale. Fra trenta giorni la motivazione.

L’obiettivo della procura e del tribunale per i minorenni è infatti in primis quello rieducativo. Di aiutare gli adolescenti a comprendere dov’è stato l’errore. I giovanissimi che chiudono così il conto con la giustizia sono piemontesi – come l’amministratore della chat ed un altro suo amico, assistito dall’avvocato Mauro Carena di Torino – della Calabria, di Modena, dell’Abruzzo, diversi del Lazio, uno è dell’Aretino, un altro della Campania. I fatti risalgono alla primavera 2019, adesso sono diventati tutti maggiorenni. Qualcuno lavora, altri studiano.