DI MICHELA BERTI
Cronaca

"Chi salva un bambino salva il mondo"

di Michela Berti Sono scoppiata a piangere. Voglio diventare mamma". Le parole della magistrata senese Raffaella Brogi che ha vinto il...

di Michela BertiSono scoppiata a piangere. Voglio diventare mamma". Le parole della magistrata senese Raffaella Brogi che ha vinto il ricorso per adottare un minore straniero mi hanno fatto avvampare. Rossore di gioia, incontenibile. Quella stessa gioia di quando, sedici anni fa, ho abbracciato per la prima volta mia figlia, poche ore dopo essere atterrata in quell’inferno che, allora come oggi, si chiama Repubblica Democratica del Congo. Adozione internazionale, dopo due anni io e mio marito siamo diventati genitori. La sfida era chiara: strappare un bambino alla guerra, alla solitudine per offrirgli una possibilità. La strada è stata lunga e complessa, perché diventare genitore adottivo - anche in Italia - è una lotta contro la burocrazia. Lunghi tempi d’attesa, interminabili quando a farti compagnia è solo una foto di quella bambina che scalza e con occhioni spauriti, tiene in mano un involucro dove, forse un tempo, c’era stato un dolce. Tempi lunghi perché le relazioni con i paesi africani non sono semplici soprattutto quando si parla di diritti e di bambini. "Chi salva un bambino salva il mondo intero" diceva Madre Teresa. E chi fa di queste parole la propria ragione di vita non può che gioire quando una sentenza apre nuove strade per l’adozione internazionale.